BAK Economics rivede le sue previsioni. La guerra abbassa il PIL al 2,3%

Chiara De Carli

10/03/2022

10/03/2022 - 15:31

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BAK Economis è l’istituto svizzero indipendente di ricerca economica e di consulenza.

BAK Economics rivede le sue previsioni. La guerra abbassa il PIL al 2,3%

La guerra in Ucraina non fa decollare il Pil svizzero. Con una nota, BAK Economics ha comunicato di aver rivisto le previsioni per la crescita economica svizzera. Per il 2022 si ipotizza una crescita del Pil pari al 2,3%, un valore inferiore di circa lo 0,7% a quanto anticipato all’inizio di febbraio. Per il 2023, BAK prevede invece un aumento del Pil nazionale pari all’1,7% (-0,2% rispetto all’ultima previsione).

Crescita sopra la media

Nonostante l’andamento al ribasso rispetto alle previsioni, le prospettive di crescita per l’anno in corso rimangono complessivamente superiori alla media. Gli effetti di recupero della pandemia di Covid-19 proseguo e prima dello scoppio della guerra in Ucraina, i principali indicatori segnavano una ripresa ancor più dinamica di quella ipotizzata in precedenza. Considerazioni che al momento non sono più ritenute attendibili.
Tra le principali ripercussioni negative sul ciclo economico c’è la perdita di potere d’acquisto dovuta ai massicci aumenti di prezzo delle fonti energetiche. BAK Economics stima che per quest’anno il tasso d’inflazione svizzero si situerà attorno al 2,1%. In combinazione con le forti incertezze relative ai mutamenti del contesto geopolitico, ciò rallenterà la ripresa della spesa dei consumatori privati.

Il ruolo del franco svizzero

Considerata una moneta rifugio, in questi giorni il franco ha acquistato sempre più forza. Per la media annuale nel 2022 BAK Economics si attende un tasso di cambio con l’Euro vicino alla parità. Da un lato, questo smorza l’inflazione importata, generando così una perdita di potere d’acquisto per i beni di consumo e i fattori produttivi inferiore rispetto a quella di molti altri paesi. Dall’altro, la competitività nei prezzi degli esportatori svizzer ne risente. Anche se, a causa degli alti differenziali d’inflazione con le altre nazioni, risulta meno pronunciata rispetto alle precedenti fasi di apprezzamento. Le prospettive a livello di esportazioni sono quindi minacciate soprattutto dall’indebolimento generale della domanda globale e dalle sanzioni imposte alla Russia.

Effetto guerra

Il grande impatto del conflitto in Ucraina si è già riflesso nelle previsioni economiche per il 2022. Prospettive comunque a rischi, poiché il pericolo di un’ulteriore escalation del conflitto è sempre in agguato. In questo scenario, la stabilità economica vacillerebbe ulteriormente, oltre naturalmente ad accrescere la sofferenza delle persone coinvolte.

Argomenti

# PIL

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