La banca centrale australiana sta procedendo con aumenti dei tassi d’interesse molto più contenuti rispetto al resto dei Paesi del mondo.
Mentre le banche centrali mondiali proseguono con le politiche di innalzamento dei tassi d’interesse, c’è ancora qualche Paese che sta adottando un approccio diverso. Se nel resto del mondo si punta ad abbassare l’inflazione a discapito del costo del denaro, in Australia si stanno notando i vantaggi di una strategia che va in senso opposto.
Banca centrale australiana più cauta
Come ripotato da CNBC, i membri del consiglio di amministrazione della Reserve Bank of Australia (RBA) hanno dichiarato di riconoscere i vantaggi di un aumento più contenuto dei tassi di interesse.
La banca centrale australiana ha aumentato il tasso di liquidità di 25 punti base, portandolo al 2,6%, un massimo in nove anni, segnando il sesto rialzo consecutivo nel suo ciclo di inasprimento per contenere i valori dell’inflazione. Sebbene anche la RBA abbia comunque dovuto ricorrere all’innalzamento dei tassi, l’istituto finanziario australiano ha sorpreso i mercati all’inizio di ottobre con un rialzo inferiore alle aspettative.
Una strategia in controtendenza
Le prospettive di continui aumenti dei tassi d’interesse sono ormai all’ordine del giorno lungo tutto il globo, dato che la priorità delle banche centrali è abbassare l’inflazione. La Federal Reserve statunitense ha aumentato i tassi di interesse di 75 punti base nella riunione di settembre, dopo la stessa mossa della Banca Centrale Europea nello stesso mese. Contemporaneamente, la RBA nel frattempo aveva preso in considerazione due opzioni: continuare con l’aumento di 50 punti base del tasso di liquidità o annunciare un aumento più contenuto di 25 punti. Alla fine, i membri del consiglio di amministrazione della banca australiana hanno dichiarato di aver riconosciuto i vantaggi della seconda alternativa.
Nelle note dei membri del consiglio di amministrazione si legge che la decisione di rallentare i rialzi è stata presa per «valutare gli effetti dei significativi aumenti dei tassi di interesse effettuati finora e l’evoluzione delle prospettive economiche». Per questi motivi, il consiglio di amministrazione ha ritenuto giustificato un aumento più contenuto in ottobre, in attesa di valutare l’andamento dei consumi, dei salari e dell’economia internazionale.
Le conseguenze della politica dell’RBA
La RBA ha dichiarato che l’Australia ha una maggiore flessibilità per quanto riguarda l’entità e la tempistica degli aumenti dei tassi, poiché il suo consiglio di amministrazione si riunisce più spesso rispetto alle altre banche centrali. Per questo è in grado di ottenere effetti simili con aumenti dei tassi più contenuti.
Il dollaro australiano è salito di quasi lo 0,2% rispetto al dollaro americano poco dopo l’aumento, e ora è scambiato a 0,6327 USD. La banca centrale ha anche sottolineato l’attenzione dell’opinione pubblica nei confronti della lotta all’inflazione come una delle principali preoccupazioni.
La Reserve Bank of Australia ha l’obiettivo di mantenere l’inflazione su valori compresi tra il 2% e il 3%. I dati del mese di agosto indicano che questa è salita al 6,8%, rispetto al 2% scarso del periodo pre-pandemico. Tuttavia, i verbali hanno anche rilevato che la banca centrale potrebbe perdere di più qualora non riuscisse a tenere sotto controllo i livelli inflazionistici. Infine, la RBA ha dichiarato che i futuri aumenti dei tassi di interesse saranno determinati da ulteriori dati e dalle prospettive del rincaro e del mercato del lavoro.
Resta ora da vedere se questa strategia alternativa, che non siamo abituati a vedere nel contesto economico dell’occidente, si possa rilevare più efficace rispetto a una stretta monetaria più dura.
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