Ieri a Francoforte la riunione del direttivo della Banca centrale europea. La presidente Lagarde: "necessario ponderare bene ogni mossa per non soffocare una ripresa che non accenna a ripartire".
Riunione per la Banca centrale europea (Bce) ieri a Francoforte che si è conclusa con l’annuncio in conferenza stampa del mantenimento dei tassi d’interesse così come sono. Una decisione presa nonostante l’inflazione nell’eurozona abbia raggiunto il 7,5%, una quota che supera ben di 4 volte l’obiettivo previsto dallo statuto della Bce al 2%. Il consiglio direttivo prende quindi tempo e rinvia la spinosa questione alla riunione prevista per il 9 giugno prossimo.
Preoccupa l’inflazione
I timori per la spinta dell’inflazione rimangono al centro dei dibattiti. «L’ultima cosa che vogliamo vedere sono aspettative di inflazione in salita», ha dichiarato la presidente della Bce Christine Lagarde durante la conferenza stampa. «L’inflazione è aumentata in misura significativa e rimarrà elevata nei prossimi mesi. Nelle attuali condizioni di elevata incertezza, il consiglio direttivo manterrà gradualità, flessibilità e apertura nella conduzione della politica monetaria», poiché la guerra «sta facendo crescere i rischi di un forte rallentamento dell’economia».
Questo atteggiamento prudente è dato dal fatto che per l’Europa le conseguenze della guerra saranno peggiori di quelle degli Stati Uniti. È necessario dunque prestare attenzione e ponderare bene ogni singola mossa, per non soffocare una ripresa che dopo un primo trimestre debole non appare capace di sollevarsi ulteriormente a causa dell’incertezza dilagante.
Stop all’acquisto di titoli di Stato
Una decisione però è stata presa. La Bce ha confermato di sospendere in autunno l’acquisizione di titoli di Stato dei Paesi appartenenti all’Eurozona. Una riduzione progressiva: ad aprile saranno acquistati titoli per 40 miliardi di euro, a maggio 30 miliardi e a giugno 20 miliardi. Le operazioni “dovrebbero concludersi nel terzo trimestre – scrive il direttivo – La calibrazione degli acquisti netti per il terzo trimestre sarà guidata dai dati e rifletterà l’evolversi della valutazione delle prospettive da parte del Consiglio direttivo”. Nella riunione di giugno verrà poi stabilita la data ufficiale della sospensione.
Tassi invariati
Un colpo alla botte e uno al cerchio insomma. La Bce temporeggia sui tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale che rimangono così stabili rispettivamente allo 0,00%, 0,25 e -0,50%.
Risposta positiva delle Borse
Le decisioni della Bce hanno pesato ieri sull’euro facendolo scivolare da 1,08 a 1,075 sul dollaro, un valore che non si registrava da maggio 2020. Conclusione positiva invece per le piazze europee: Milano si è attestata in rialzo dello +0,57%, Parigi allo 0,72%, Francoforte +0,62%.
Discussione sul petrolio
Per Lagarde: «Un brusco boicottaggio del petrolio russo avrebbe un impatto significativo». L’ipotesi del taglio dovrebbe rafforzare la transizione verso un’energia pulita, riducendo la dipendenza dalla Russia. L’Unione europea – ha aggiunto la presidente della Bce – sta lavorando a un approccio comune sugli acquisti, per ridurre l’impatto che tale decisioni potrebbe avere su certi Stati.
Recessione in vista?
Intanto, ieri agli Springs Meetings della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale (Fmi) la direttrice del Fmi Kristalina Georgieva nel suo discorso di apertura ha incitato «le banche centrali ad agire in modo deciso contro l’inflazione», poiché resterà elevata per un periodo di tempo più lungo di quanto pronosticato. Stando al Fmi non si assisterà a una vera e propria recessione, quanto piuttosto a una crescita economica mondiale ridotta, a causa della guerra in Ucraina che ha aggravato i problemi già dilaganti posti dall’inflazione. Le stime di crescita globale verranno rese note dal Fmi il prossimo martedì 18 aprile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter