L’intento è di limitare la svalutazione della valuta nazionale, questa mattina in ribasso del 4.26%.
La Banca centrale russa riduce il tasso di riferimento di 300 punti base al 17%, uno sforzo per cercare di fermare la svalutazione del rublo. Proprio questa mattina, la valuta di Mosca apriva con un ribasso del 4.26% e poco prima di mezzogiorno veniva scambiata a 79.25 sul dollaro con una ripresa dello 0.62%. La notizia è stata diffusa dallo stesso istituto bancario e poi ripresa dall’agenzia Bloomberg.
Costo del denaro
Lo scorso 28 febbraio, Mosca aveva deciso di alzare esponenzialmente il costo del denaro portandolo da 9,5% a quota 20%. Le condizioni esterne per l’economia russa sono ancora complesse e in balìa delle sanzioni applicate dai Paesi del G7 e rappresentano una morsa per l’attività economica.
La nota diffusa dalla Banca centrale russa
"I rischi per la stabilità finanziaria sono ancora presenti, ma per il momento hanno cessato di aumentare, anche a causa delle misure di controllo del capitale adottate"
Nel comunicato pubblicato sul sito della Banca centrale russa, guidata da Elvira Nabiullina si legge anche:
"C’è un afflusso costante di fondi verso depositi a tempo determinato. L’inflazione annua continuerà a crescere a causa dell’effetto base. Tuttavia, gli ultimi dati settimanali indicano un notevole rallentamento degli attuali tassi di crescita dei prezzi, anche a causa della dinamica del tasso di cambio del rublo".
Inasprimento delle condizioni economiche
Secondo la Banca centrale, l’inasprimento delle condizioni monetarie già in essere è in parte compensato dai programmi di sostegno al credito varati dal Governo e dalla stessa banca centrale, ma continuerà a limitare i rischi inflazionistici. La decisione "riflette un cambiamento nell’equilibrio dei rischi di crescita accelerata dei prezzi al consumo, calo dell’attività economica e rischi per la stabilità finanziaria". Infine "tiene aperta la prospettiva di un’ulteriore riduzione del tasso chiave nelle sue prossime riunioni".
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