Quei sette miliardi e mezzo di franchi che la Svizzera nega alla Banca centrale russa

Sara Bracchetti

10 Maggio 2023 - 14:27

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Si tratta di denaro "immobile", che potrebbe essere utilizzato a scopo di investimento e finalizzato alla ricostruzione dell’Ucraina

Quei sette miliardi e mezzo di franchi che la Svizzera nega alla Banca centrale russa

Quasi sette miliardi e mezzo di franchi: a tanto ammontano le riserve e i valori patrimoniali detenuti in Svizzera dalla Banca centrale della Federazione Russa, secondo i dati forniti oggi al Consiglio federale dopo che, lo scorso 29 marzo, era stato introdotto l’obbligo di notifica.

Divieto di transazione dal 2022

Privati, organizzazione e altri organismi responsabili della detenzione e del controllo del denaro hanno notificato alla Seco, alla scadenza del 12 aprile, un importo complessivo pari a circa 7,4 miliardi. Una cifra da considerare alla stregua di un bene immobile, e destinata a restare entro i confini elvetici, visto che da oltre un anno, era il 25 marzo 2022, vige il divieto di transazione.

Altri 7,5 miliardi da privati e imprese

C’è, però, da non fare confusione: l’importo ha poco o nulla a che vedere con la somma di averi e valori patrimoniali bloccati in Svizzera in base all’articolo 15 dell’"ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina", riferita al patrimonio posseduto o controllato persone, imprese o organizzazioni sanzionate da successivi pacchetti di misure prese dal governo. Anche se, a ben guardare, le cifre sono analoghe: in questo caso, si tratta di 7,5 miliardi di franchi.

I controlli continuano ogni trimestre

I controlli saranno costanti; l’obbligo di notifica non è decaduto, ma dovrà essere ottemperato a cadenza trimestrale, così da segnalare in maniera più o meno tempestiva perdite o danni straordinari. Il dibattito è in corso, anche nell’Unione Europea: fino a che punto i valori patrimoniali della Banca centrale della Federazione Russa devono essere utilizzati a scopo di investimento e a quale scopo? Solo per la ricostruzione dell’Ucraina? La Svizzera segue.

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