Per la terza volta consecutiva, la Bce mette mano ai tassi di interesse. Ma la partita contro l’inflazione è ancora aperta.
Era stato già annunciato e la riunione di oggi non ha fatto altro che spazzare via ogni minimo dubbio. La Banca centrale europea (Bce) ha deciso di dare man forte alla lotta all’inflazione, aumentato i tassi di interesse di 0,75 punti percentuali. Con il tasso guida che complessivamente sale al 2%, il tasso di deposito all’1,50%, e il tasso sui prestiti marginali al 2,25%.
In questo modo la Bce rinnova il suo intento nel rendere i prestiti più costosi per frenare la domanda e stabilizzare così i prezzi, a fronte di un’inflazione che a settembre si attestava a livelli record. Nell’eurozona, a causa dell’accelerata dei dei prezzi elevati dell’energia e dei generi alimentari, si è attestata al 9,9%. Un valore che non ha lasciato indifferente la Bce, già pronta ad agire.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ricordato con determinazione che uno dei compiti della banca centrale consiste nel tenere sotto controllo l’inflazione elevata. «Faremo quello che c’è da fare. Ciò significa aumentare i tassi di interesse nelle prossime riunioni». Se la Bce non adempisse al suo mandato «danneggerebbe molto di più l’economia». Lagarde ha poi affermato che nell’ultima parte del 2022, l’economia è destinata a indebolirsi ulteriormente, a causa dei problemi sulle catene di approvvigionamento e delle conseguenze della guerra in Ucraina.
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Prima volta nella storia dell’euro
La Bce ha aspettato diverso tempo prima di mettere mano alla sua politica accomodante. Mentre Fed e Bns decidevano, con un mese di anticipo, di inasprire la propria politica monetaria, la Bce metteva mano per la prima volta nella riunione del 21 luglio. A cui è seguito un secondo aumento l’8 settembre. Il timore è che questo tentennamento iniziale contribuisca a porre un ulteriore freno all’economia già di per sé in sofferenza.
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Reazione dei mercati
Dopo l’annuncio della Bce, gli indici delle piazze europee recuperano terreno. A Milano il FTSE MIB guadagna lo 0,43%, il DAX diminuisce le sue perdite risalendo a -0,03%, mentre il CAC 40 rimane in terreno negativo, cedendo lo 0,28%.
Mercato valutario
La notizia si è riflessa immediatamente sul fronte delle valute: alle 15 il cambio l’euro scivolava a 0.9973 dollari, per poi tornare in serata in quota parità.
In mattinata, la moneta unica si era apprezzata nei confronti del franco svizzero, raggiungendo il picco di 0,99575 franchi. Tuttavia, a seguito della decisione sul tasso di interesse della Bce, la coppia euro/franco si è indebolita e attualmente viene scambiata a 0.9893 franchi. Nel frattempo, la coppia di valute USD/CHF viene scambiata leggermente al rialzo a 0.9886 franchi; questa mattina partiva da 0,9859 franchi.
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