Le banche centrali europea e britannica hanno effettuato un rialzo dei tassi più alto rispetto alla Federal Reserve
La Banca Centrale Europea (BCE) ha innalzato i tassi d’interesse di 50 punti base. Il tasso sui rifinanziamenti principali sale così al 3%, quello sui depositi al 2,50% e quello sui prestiti marginali al 3,25%. La stessa linea viene seguita contemporaneamente dalla Banca d’Inghilterra (BOE), che a sua volta ha aumentato i tassi dello 0,50%.
La BCE prosegue con la linea d’azione
Le due maggiori banche centrali europee hanno alzato i tassi di interesse giovedì, optando per un aumento maggiore rispetto alla Federal Reserve statunitense. L’inflazione continua infatti a essere una grave piaga nell’Eurozona, restando vicina a livelli storicamente elevati. I rialzi di BCE e BOE hanno portato adesso i tassi di interesse di riferimento di entrambe ai livelli più alti dal 2008.
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Dall’altra parte dell’Atlantico, la Federal Reserve ha invece ridotto i rialzi dei tassi mercoledì, optando per un aumento di un quarto di punto, ritenendo che la sua lotta contro la crisi economica stia facendo progressi.
Sebbene l’inflazione nei 20 Paesi che utilizzano l’euro sia rallentata a gennaio, all’8,5% rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla BCE. Anche l’inflazione del Regno Unito è diminuita, attestandosi al 10,5% a dicembre, ma rimane vicina ai massimi da oltre 41 anni.
Christine Lagarde, presidente dell’istituto finanziario europeo, ha anche confermato che questo non sarà l’ultimo rialzo. Non si sa però se la strategia adottata sarà ripetuta a marzo: «La decisione di oggi è per oggi, non per marzo. Le linee guida per la decisione sono state continuità e consistenza. Questo perché già da dicembre era chiaro che lo scenario era di aumentare i tassi. Quindi, in nome della continuità, si intende, non in modo irrevocabile, aumentare di altri 50 punti base» ha dichiarato Lagarde in conferenza stampa.
In alto i tassi anche della BOE
La stessa linea d’azione della BCE è stata seguita dalla Banca d’Inghilterra. L’istituto britannico ha un compito particolarmente arduo: i prezzi stanno aumentando rapidamente e allo stesso tempo il Paese rischia la recessione, e i rialzi dei tassi agiscono per frenare sia l’inflazione che la crescita economica. Martedì il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che il Regno Unito sarà l’unica grande economia a contrarsi quest’anno.
La Banca d’Inghilterra ha dichiarato che l’inflazione dovrebbe diminuire sensibilmente nel resto dell’anno, soprattutto perché i passati aumenti dei prezzi dell’energia e di altri prodotti sono stati esclusi dal calcolo.
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