L’aumento è di 50 punti base, a causa dell’inflazione che si mantiene ancora al di sopra della soglia del 2%. L’obiettivo della Bns è riportarlo al di sotto entro l’inizio del 2024.
«Le previsioni sono davvero molto incerte e questo non ci permette di abbassare la guardia», lo ha detto il presidente della Banca nazionale svizzera, Thomas Jordan, in conferenza stampa dopo aver annunciato il rialzo del tasso di policy di 50 punti base, «al fine di assicurare condizioni monetarie adeguate, Affermiamo inoltre la nostra disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi».
La Bns ha poi delinato uno scenario di base per l’economia mondiale. «Ci attendiamo che la situazione rimanga inizialmente difficile. La crescita globale risulterà probabilmente debole nei prossimi trimestri e l’inflazione all’estero si manterrà temporaneamente accentuata». La situazione dovrebbe migliorare nel medio termine, quando l’inflazione «dovrebbe tornare su livelli più moderati». Sullo sfondo pesano le incognite della situazione energetica in Europa che potrebbe acuirsi da un momento all’altro, così come uno stallo dell’inflazione che richiederebbe ancora una volta delle risposte di politica monetaria più decise all’estero. Infine, un’importante fonte di rischio per l’economia mondiale rimane la pandemia da coronavirus.
Sulla politica monetaria
«Con la pressione inflazionistica alta all’estero» ha poi affermato Jordan «vi è il rischio che l’inflazione in Svizzera permanga sostenuta a medio termine, in seguito a effetti di secondo impatto. Il nuovo inasprimento è pertanto necessario per assicurare che essa torni a collocarsi a medio termine nell’area di stabilità dei prezzi».
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Sul rafforzamento del franco
«Dall’inizio dell’anno il franco ha guadagnato circa il 4% su base ponderata per il commercio estero», contribuendo ad attenuare l’inflazione «importata dall’estero e a frenare così l’aumento dei prezzi in Svizzera».
«Negli ultimi mesi, abbiamo proceduto a operazioni di vendita al fine di assicurare condizioni monetarie adeguate. Anche in futuro venderemo valuta estera se risulterà opportuno sul piano della politica monetaria. Viceversa, ribadiamo anche la nostra disponibilità ad acquistarne qualora fosse necessario, cioè nel caso di un’eccessiva pressione all’apprezzamento sul franco».
L’aumento del tasso all’1,0%
Contro ogni aspettativa, la Banca nazionale svizzera ha deciso di mantenere una politica monetaria severa e alza ancora una volta il tasso guida di 50 punti base, portandolo così all’1,0%. Lo ha annunciato l’istituto elvetico questa mattina in un comunicato stampa, nel quale rivendica la missione di contrastare la pressione inflazionistica e l’ulteriore diffusione dei rincari.
Nella nota stampa si legge inoltre che non sono da escludere nuovi rialzi del tasso di interesse, per garantire la stabilità dei prezzi a medio termine. Per assicura condizioni monetaria adeguate, la Bns afferma anche la sua disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi. E specifica che la modifica del tasso di interesse entrerà in vigore domani 16 dicembre 2022.
Averi a vista
Gli averi a vista detenuti dalle banche alla Banca nazionale verranno remunerati fino a un dato limite al tasso guida Bns dell’1,0%, quelli eccedenti tale limite allo 0,5%. Pertanto a questi ultimi è ancora applicata una riduzione di 0,5 punti percentuali rispetto al tasso guida Bns. Tramite tale remunerazione differenziata degli averi a vista e le operazioni di mercato aperto la Banca nazionale fa sì che i tassi a breve sui crediti garantiti del mercato monetario si situino in prossimità del tasso guida Bns.
L’inflazione scende, ma non basta
Negli ultimi mesi, chiarisce, l’inflazione è leggermente diminuita negli ultimi mesi, collocandosi in novembre al 3,0%. Ma si muove ancora nettamente al di sopra dell’area che la Banca nazionale assimila alla stabilità dei prezzi (2%), e a breve termine rimarrà probabilmente accentuata. La nuova previsione condizionata di inflazione della Bns si basa sull’assunto che il tasso guida Bns rimanga pari all’1,0% lungo l’intero orizzonte previsivo.
Per la Bns l’inflazione inizierà a scendere dopo i primi mesi del nuovo anno, per attestarsi a dicembre del 2023 a quota 2,1%.
Pesa la situazione al di fuori della Svizzera
A condizionare la situazione è la più forte pressione inflazionistica proveniente dall’estero e il propagarsi dei rincari a diverse categorie di beni e servizi nell’indice dei prezzi al consumo.
Secondo la nuova previsione, l’inflazione si situa nella media annua al 2,9% per il 2022, al 2,4% per il 2023 e all’1,8% per il 2024.
Previsioni Pil svizzero
Per la Bns, il Pil della Svizzera dovrebbe crescere quest’anno del 2,0% circa. Tuttavia, è probabile che l’indebolimento della domanda dall’estero e gli elevati prezzi energetici frenino sensibilmente l’attività economica nel 2023. Su tale sfondo, per l’anno prossimo la Banca nazionale si aspetta una crescita del Pil attorno allo 0,5%, al ribasso rispetto a quanto previsto nei giorni scorsi dalla Seco. Analogamente alle previsioni per l’estero, anche quelle per la Svizzera sono soggette a grande incertezza. Ad avere un impatto negativo sarebbero in particolare una forte contrazione della congiuntura all’estero o una marcata penuria di energia in Svizzera. Sia per i prestiti ipotecari che per i prezzi delle case unifamiliari e degli appartamenti di proprietà la crescita è rimasta sostanzialmente invariata negli ultimi trimestri, mentre per i prezzi delle case plurifamiliari vi sono segnali di un rallentamento.
La reazione dei mercati
A seguito dell’annuncio della Bns, la piazza di Zurigo reagisce negativamente. A metà mattina, lo SMI è a quota 11’025.27 in discesa dell’1,21%, lo SPI a 14’088.82 punti in flessione dell’1,12% e lo SLI a 1’682.77 punti, in discesa dell’1,31%.
Sul fronte del mercato valutario, il franco risulta rafforzato nei confronti con il dollaro: un biglietto verde vale infatti 0.9294 franchi. Più indeciso il rapporto con l’euro, in una mattinata caratterizzata da forti picchi al rialzo e al ribasso: poco prima delle 11, la moneta unica viene scambiata per 0.9865 franchi, in lieve flessione dello 0,06%. La coppia GBP/CHF segna 1.1464 (0,23%) e CHF/JPY 147.31 yen (+0,37%).
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