A rischio i versamenti degli utili a Cantoni e Confederazione per l’anno prossimo. Si tratterebbe della terza volta in trent’anni.
La Banca nazionale svizzera (Bns) ha presentato lunedì mattina l’ennesimo bilancio trimestrale in rosso. Complessivamente, i primi nove mesi dell’anno hanno registrato una flessione di 142,4 miliardi di franchi, causati dalle perdite di 33 miliardi per il primo trimestre, di 62 miliardi del secondo e di 47 miliardi persi tra luglio e settembre.
Andamento ribassista dei mercati
Nella nota diffusa questa mattina, l’istituto centrale spiega che ancora una volta la responsabilità dell’andamento al ribasso è dato dai mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali. Condizione che rende difficile la stima del risultato dell’intero esercizio e che fa sfumare la possibilità di versamenti degli utili a Cantoni e Confederazione a fine anno. Sarebbe la terza volta in trent’anni che la Banca nazionale svizzera potrebbe non versare i contributi.
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A quanto ammontano le perdite?
La perdita sulle posizioni in valuta estera è ammontata a 141,0 miliardi di franchi. A cui si somma una minusvalenza di 1,1 miliardi di franchi sulle disponibilità in oro e, infine, una perdita da 24,1 milioni di franchi sulle posizioni in franchi.
La posizione del Cantone Ticino
Solamente un mese fa, il Cantone Ticino presentava il preventivo per il 2023. Allora, il capo del Dipartimento dell’Economia e della finanza, Christian Vitta, spiegava che per l’anno prossimo il supporto della Bns rappresentasse ancora un’incognita: «Negli anni siamo stati abituati ad avere sempre delle notizie positive dalla banca nazionale: quando avevamo preventivato 5 quote ne ricevevamo 6. A fine anno, potremmo avere una notizia negativa e cioè di una distribuzione inferiore, sensibilmente inferiore o addirittura nulla». Uno scenario che sembra ormai concretizzarsi.
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Inversione di marcia
Perché qualcosa cambi, stando uno studio diffuso qualche settimana fa da Ubs, i mercati azionari dovrebbero riprendersi in modo significativo e il franco svizzero dovrebbe deprezzarsi. Per il momento, uno scenario improbabile. A lungo termine, tuttavia, le distribuzioni saranno di nuovo possibili, anche se prima che le distribuzioni tornino ai massimi di 6 miliardi, ci vorrà del tempo.
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