Con i prezzi dell’energia così elevati, le attività economiche e produttive e i fondi familiari limitati, il rallentamento economico della regione sarà inevitabile.
In una delle giornate più complesse del mese, in cui a distanza di poche ore si è assistito al rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e poi della Banca nazionale svizzera, arriva puntuale il bollettino economico della Banca centrale europea (Bce) che conferma l’andamento al ribasso della crescita nell’Eurozona nei mesi a venire.
A Francoforte, così come a Berna e a Washington, su una questione sono tutti d’accordo: nei prossimi mesi non sono da escludere ulteriori aumenti. Tra le parole messe nere su bianco nel documento della Bce si legge infatti: “Nei prossimi incontri si prevede di aumentare ulteriormente i tassi di interesse per frenare la domanda e scongiurare il rischio di un persistente spostamento al rialzo delle aspettative di inflazione”.
Evitare le recessione
Stando alle parole pronunciate dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, a inizio settimana, i costi finanziari aumenteranno ulteriormente nei mesi a venire, nonostante “il cambiamento dei tassi più veloce della nostra storia”.
Intanto, Isabel Schnabel, componente del Comitato esecutivo della Bce, in un’intervista rilasciata alla testata tedesca “t-online” ha annunciato un nuovo aumento dei tassi: «Non saprei dire quanto sarà ampio questo rialzo o a che livello interromperemo il rialzo dei tassi. Decidiamo volta per volta sulla base di una valutazione economica e dei dati sull’inflazione». Ha poi rimarcato: «è chiaro che dobbiamo continuare ad aumentare i tassi di interesse, che sono ancora a livelli molto bassi. Un aumento è atteso nella riunione di fine ottobre del consiglio direttivo». Fa poi una breve analisi della situazione e sottolinea che per l’eurozona «attualmente non presupponiamo una recessione, ma piuttosto un’economia stagnante».
Economia stagnante
Dal bollettino diramato oggi emerge che i “dati recenti indicano un sostanziale rallentamento della crescita economica dell’area euro, con un’economia che dovrebbe ristagnare nel corso dell’anno e nel primo trimestre del 2023”.
Con i prezzi dell’energia così elevati, le attività economiche e produttive e i fondi familiari limitati, il rallentamento economico della regione sarà inevitabile. Alla base della frenata economica: inflazione alta, stretta sulle forniture di gas, domanda di servizi estiva in diminuzione e domanda globale indebolita, a cui si aggiunge un clima di incertezza generale e conseguente perdita di fiducia da parte delle imprese.
Revisione del Pil
La Bce ipotizza un probabile rimbalzo nel medio termine, possibile solo a seguito di un “riequilibrio del mercato energetico, il calo dell’incertezza, la risoluzione delle strozzature nell’offerta e il miglioramento dei redditi reali, nonostante le condizioni di finanziamento meno favorevoli”.
Alla luce di queste considerazione, la Bce ha valutato per il 2022 il Pil in rialzo di 0,3 punti percentuali e al ribasso di 1,2 punti percentuali per il 2023. Nel 2024 in flessione di 0,2 punti percentuali.
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