La caduta dei «paperoni», il 2022 colpisce duro i super-ricchi: chi ha perso di più?

Matteo Casari

07/06/2023

07/06/2023 - 09:50

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L’anno passato le persone più abbienti sono diminuite per la prima volta negli ultimi 10 anni, specialmente in Occidente.

La caduta dei «paperoni», il 2022 colpisce duro i super-ricchi: chi ha perso di più?

La crisi economica ha colpito anche i «Paperoni». Nel corso del 2022, si è verificata una drastica riduzione della ricchezza per i più abbienti, una situazione senza precedenti che non si è mai verificata nell’arco dell’ultimo decennio.

Con la Borsa di Wall Street in calo di circa il 20% durante l’anno passato, a causa di un rallentamento dell’economia globale che ha visto la crescita dimezzarsi al +3,2%, i titolari di ingenti patrimoni ne hanno inevitabilmente subito le conseguenze.
Secondo il rapporto World Wealth Report di Capgemini, il crollo dei mercati azionari ha comportato una perdita di 3.000 miliardi di dollari per milionari e miliardari.

Milionari in calo del 3,3%

Il rapporto si concentra sui più benestanti, ovvero coloro che dispongono di un patrimonio investibile superiore a 1 milione di dollari, escludendo la loro residenza principale, oggetti da collezione, beni di consumo e durevoli. Questa categoria di popolazione si è ridotta del 3,3%, passando a 21,7 milioni di individui nel 2022, mentre il valore complessivo delle loro ricchezze è diminuito del 3,6%, scendendo a 83.000 miliardi di dollari.
La nota esplicativa afferma: «Il report rivela che si tratta del calo più netto registrato negli ultimi dieci anni (2013-2022), causato dall’incertezza geopolitica e macroeconomica».

L’Occidente soffre di più

I super-ricchi hanno adottato una strategia difensiva, e ciò è stato evidente sui mercati, con un’ampia rotazione dai titoli growth (quelli con un elevato potenziale di crescita ma anche un alto debito e valutazioni tirate) ai titoli value, che mostrano una performance più stabile nel tempo.
Questo fenomeno ha colpito in particolare i ricchi del Nord America, dove si è registrata una contrazione della ricchezza più marcata (-7,4%). Nel corso del 2022, titoli come Amazon, Airbnb, Netflix, PayPal, Zoom, Meta, Tesla o Rivian hanno subito crolli che oscillavano tra il 50% e l’83%, e si stima che oltre 4.000 miliardi di dollari si siano volatilizzati nel settore big tech.

ESG sempre più rilevante

Tra i magnati in calo, il Nord America è seguito dall’Europa (-3,2%) e dall’area dell’Asia-Pacifico (-2,7%). Al contrario, l’Africa, l’America Latina e il Medio Oriente hanno dimostrato una certa resilienza, registrando una crescita della ricchezza nel 2022, grazie alle solide performance del settore del petrolio e del gas.
L’analisi condotta da Capgemini mette anche in luce l’interesse per gli investimenti ESG, ovvero quelli che promuovono la sostenibilità ambientale, sociale e di governance:

«Nonostante il clima di incertezza economica, in cui solo il 23% degli HNWI ha dichiarato che i maggiori rendimenti ottenuti sono stati generati da asset legati a fattori ESG, gli HNWI continuano a manifestare interesse per questo tipo di prodotti, con il 41% degli intervistati che considera come priorità assoluta gli investimenti con un impatto ESG. Se da un lato 63% degli HNWI dichiara di aver richiesto il punteggio ESG dei loro asset, dall’altro non sono molte le società di wealth management che considerano l’analisi dei dati ESG (52%) e la tracciabilità (31%) una priorità assoluta».

Una nuova mentalità per gestire i patrimoni

«Le società di gestione patrimoniale si trovano a un punto di svolta critico poiché il macroambiente richiede un cambiamento nella mentalità e nei modelli di business per promuovere una crescita sostenibile dei ricavi. L’agilità e l’adattabilità saranno fondamentali per coloro che possiedono un patrimonio netto elevato, poiché la loro attenzione è focalizzata sulla conservazione della ricchezza» ha dichiarato Dario Patrizi, Direttore dei Servizi Finanziari di Capgemini in Italia. «Per rimanere rilevanti, il settore dovrà potenziare il valore, responsabilizzare i responsabili delle relazioni e sfruttare nuove opportunità di crescita. Il loro successo dipenderà dalla risoluzione dei problemi legati all’immaturità digitale nella catena del valore della ricchezza».

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