Zali: «Ulteriori nubi si addensano sul futuro».
«Sono tempi difficili, sono stati tempi difficili e andiamo verso tempi difficili e incerti». Ha esordito così il presidente del Consiglio di Stato, Claudio Zali, alla presentazione alla stampa del preventivo 2023 del Cantone Ticino. «Il Governo solido e coeso, ha navigato tenendo diritta la barra dal profilo finanziario e ha preso un impegno di rientro finanziario dandosi come limite di tempo il 2025». Il risultato è un preventivo che «rispetta le scadenze e quanto ci eravamo prefissati».
«Lo ha fatto con qualche difficoltà - ha ricordato Zali -, con idealmente due tappe, un -80 poi un - 40 e infine la parità nell’ideale nel 2025, ma senza dover adottare misure incisive. C’è un aumento della spesa, per motivi strutturali, ma l’ottima notizia è che in questo contesto difficile per ora tengono le entrate, perché ha tenuto l’economia».
La situazione tesa si riflette sulle casse del cantone, soprattutto ora che «ulteriori nubi si addensano sul futuro, una in particolare riguarda la Banca nazionale che ci fornisce delle importanti entrate della quale negli ultimi anni siamo stati abituati a riceverne somme ingenti». Una situazione che non sarà senza conseguenze, ha sottolineato. «Tra le dirette conseguenze di queste politiche è quella di ridurre il sostegno alle fasce più deboli della popolazione».
La proiezione del preventivo 2023
La parola è poi passata al direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) Christian Vitta che ha illustrato alla stampa il preventivo dell’anno 2023, approvato dal Consiglio di Stato. «Il nostro lavoro è iniziato a giugno quando abbiamo cominciato a lavorare sulle cifre consolidate che ci arrivavano dall’amministrazione. In questi mesi abbiamo vissuto tanti cambiamenti, di cui abbiamo cercato di tenere conto. Ci sono però elementi di incertezza e non ponderabili».
Nelle previsioni, un disavanzo d’esercizio di 79,5 milioni di franchi, che rispetta il vincolo del freno del disavanzo pubblico che, ha sottolineato Vitta «rispetta anche quel percorso che ci siamo dati di progressivo rientro verso l’equilibrio».
Autofinanziamento in cifre positive a 129,2 milioni di franchi e il grado di autofinanziamento del 44%. Nella sua analisi, il capo del DFE ha evidenziato che i dati considerati sono estremamente incerti e che saranno rivisti nel corso dell’anno al presentarsi delle problematiche. Il preventivo mantiene gli investimenti a 293,5 milioni di franchi. «Unica nota dolente» il capitale proprio che, tenuto conto dei dati di preconsuntivo 2022, potrebbe raggiungere quota -243 milioni di franchi. Il totale disavanzo nel 2023 ammonta a -164,4 milioni di franchi. Infine, per quanto riguarda il debito pubblico, a dicembre 2023 potrebbe superare l’importo di 2,5 miliardi di franchi.
Aumenta la spesa per il personale
Sull’aumento della spesa per il personale incide in modo particolare l’inserimento di un importo di preventivo di 20.5 milioni di franchi per l’adeguamento dei salari dei dipendenti cantonali al rincaro; «Vanno poi aggiunti otto milioni per gli scatti automatici degli stipendi e le promozioni». E precisa: «Per noi cinque consiglieri di Stato non abbiamo previsto nessun rincaro».
La crescita delle spese di trasferimento riguarda in particolare i settori della sanità e della socialità. Per quanto concerne invece la spesa per beni e servizi, il preventivo 2023 tiene conto in particolare dell’aumento dei prezzi dell’energia.
Incremento dei ricavi del 3%, nell’incertezza della Bns
Nota positiva: si assiste un incremento dei ricavi di 121.5 milioni di franchi (+3%) rispetto al preventivo 2022, grazie in particolare alla crescita attesa dei ricavi fiscali. Per il preventivo 2023, spiega Vitta, «abbiamo considerato la distribuzione della Banca Nazionale Svizzera, come nel 2022, in modo prudente. Quindi rispetto alla distribuzione massima di 6 quote ne abbiamo inserite cinque. Questo equivale a un introito stimato nel preventivo di 137 milioni di franchi. Chiaramente dovesse confermarsi la situazione negativa che stiamo vivendo oggi - vedete cosa succede col franco svizzero e con la borsa azionaria - non è da escludere anche uno scenario drastico, in cui Bns non distribuisca più nulla». Se ciò dovesse accadere «lo scenario che vi abbiamo presentato oggi di 80 milioni di disavanzo passerebbe a oltre 200 milioni di disavanzo. Sarebbe lo scenario peggiore, ma non lo possiamo escludere».
Piano finanziario negativo
Per quanto riguarda il piano finanziario, la situazione rimane negativa, con perdite che si stimano tra i 130 e i 160 milioni di franchi di perdita.
Il prossimo obiettivo del Consiglio di Stato, conclude Vitta, è lavorare al preventivo 2024. «Ci sono molti correttivi da apportare». Da rivedere il disavanzo a 40 milioni di franchi, in vista del pareggio dei conti entro il 2025. Per raggiungere questi obiettivi sarà necessaria una collaborazione fra i vari livelli istituzionali e le forze politiche, oltre alla condivisione di responsabilità collettiva per garantire delle finanze in equilibrio che permettano di ricavare nuovi margini finanziari per progetti futuri di sviluppo nell’interesse del Paese. «Le misure che dovremo affrontare nei prossimi anni – conclude il capo del DEF - faranno discutere, ma saranno necessarie».
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