A marzo, tuttavia, le precipitazioni sono in linea con la media. Intanto il Cantone pensa a delle "Città spugna" dei veri e propri quartieri per sfruttare al meglio le potenzialità dell’acqua piovana.
«Marzo pazzerello, esci con il sole e torni con l’ombrello». Quante volte i nostri nonni ce lo hanno ripetuto. Un detto che per il secondo anno consecutivo non sembra trovare conferma nell’andamento metereologico e che mette in risalto un grande problema: manca l’acqua.
Il 22 marzo ricorre la Giornata internazionale dell’acqua. Un elemento così semplice in natura, ottenuto mediante un semplicissimo legame che consente all’atomo di ossigeno di combinarsi con due di idrogeno. Oggi più che mai, dopo un anno siccitoso come è stato il 2022 e per come sta evolvendo il 2023, ci rendiamo conto di quanto sia un bene prezioso, nonostante spesso lo si dia per scontato. E guardandoci attorno, osservando laghi, fiumi e torrenti, diciamoci la verità, ci sembrano tutti un po’ in secca.
Tuttavia prendendo in considerazione i dati forniti dall’Osservatorio Ambientale della Svizzera Italiana, la portata dei fiumi e il livello dei laghi è leggermente messo meglio rispetto all’anno scorso.
Le acque del lago di Lugano, misurate a Melide nel mese corrente, corrispondono a 270,22 metri contro i 269,96 metri del 2022. Il dato di quest’anno è quasi sovrapponibile a quello dei due anni precedenti: nel 2020 era a 270,42 metri e nel 2021 a 270,28 m. 2020 e 2021 sono anni in cui le prepicitazioni sono state in linea o superiori alla media annuale.
Il Ticino a Piotta ha una portata di 1,22 m3/s, nel 2022 era poco inferiore pari a 1,12 m3/s. Tornando ancora più indietro nel tempo a marzo 2021, la portata era di 1,03 m3/s e nel 2020 di 1,09.
È messa peggio la Breggia, a Chiasso, reduce da un anno massacrante e ben al di sotto della media annuale. Nonostante i valori attuali (0,13 m3/s) siano sovrapponibili con quelli degli stessi periodi degli anni precedenti (2022: 0,02 m3/s; nel 2021: 0,18 m3/s; 2020: 0,28 m3/s), la situazione rimane preoccupante per la stagione calda in arrivo.
Precipitazioni in linea con la media mensile
Per quanto riguarda le precipitazioni invece, prendendo in esamina i dati rilevati a Lugano a marzo di quest’anno, sono state più abbondanti dell’anno precedente 40,3 mm - ovvero litri per metro quadrato - contro gli 11,2) e rispetto al 2021 (6,5mm). Tuttavia due anni fa, a gennaio e febbraio le precipitazoni erano state più abbondanti. Nel 2020, era stato invece registrato un marzo molto piovoso, con 93,8 mm.
Complessivamente nel 2020 sono caduti, sempre a Lugano, 1’542,6 mm di pioggia, nel 2021 1’443,6 mm. Nel 2022, invece, ne sono caduti solamente 1’096,1. Un deficit idirico che inizia a pesare.
«Guardando gli ultimi 12 mesi, a livello di precipitazioni, ovvero di pioggia caduta, abbiamo un deficit per esempio di circa 400 mm alla stazione di misura di Lugano - spiega Cecilia Moretti di MeteoSvizzera -. Sempre prendendo come riferimento la stazione di Lugano anche i primi mesi del 2023 mostrano una somma di precipitazioni inferiore alla norma del periodo. Tuttavia, per esempio le precipitazioni del mese di marzo al momento risultano essere in media. Per quanto riguarda i quantitativi di precipitazione media annuale in Svizzera, non è rilevata nessuna variazione significativa legata ai cambiamenti climatici. Andando indietro nel tempo, abbiamo infatti già avuto più anni consecutivi poveri di precipitazioni. Tuttavia, in passato la temperatura era più bassa, rispettivamente negli ultimi anni abbiamo una sovrapposizione di anni poveri di precipitazioni con temperature sopra la media, questa situazione accentua quindi gli effetti della siccità.
Per concludere, a livello di eventi di precipitazioni sappiamo che la tendenza è quella di avere periodi di siccità più prolungati quindi episodi di pioggia meno frequenti, ma eventi di piogge intense in aumento in tutte le stagioni».
Il Cantone si prepara all’estate
Intanto, per l’occasione, anche il dipartimento del Cantone Ticino ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica a riguardo. Il territorio infatti è uno dei cantoni con maggiore disponibilità idrica, in difficoltà a causa delle riduzione dei livelli di acque sotterranee e dei laghi a causa della siccità.
Tra i rischi maggiori che i cambiamenti climatici comportano c’è anche la difficoltà di approvvigionamento idrico. A causa delle condizioni attuali, il Cantone ritiene che oltre alla messa in rete degli acquedotti, saranno incrementate le captazioni a lago. Misure che lasciano intendere, che mentre nel 2021 la siccità ha preso un po’ alla sprovvista, per quest’anno bisogna essere preparati.
«Il ruolo del Cantone è quello di pianificare l’approvvigionamento in acqua potabile su scala regionale, promuovendo la messa in rete degli acquedotti comunali - spiega Mauro Veronesi, Capo dell’Ufficio protezione delle acque e dell’approvvigionamento idrico del dipartimento del Territorio -. I Comuni si garantiscono in questo modo una ridondanza delle fonti e nel contempo riducono gli investimenti grazie alla realizzazione di opere condivise (es. serbatoi e condotte). E a loro spetta anche il compito di distribuire l’acqua sul proprio territorio, emanando inviti all’uso parsimonioso dell’acqua o addirittura divieti, qualora le circostanze lo richiedano».
Potabilizzazione dell’acqua del lago?
La situazione non esclude che in un futuro ci sia la necessità di rendere potabile l’acqua del lago: «una fonte d’acqua praticamente illimitata, anche se la filiera di potabilizzazione è molto complessa e richiede molta energia». In Ticino sono attive già cinque stazioni di captazioni a lago: «4 sul Ceresio e una sul Verbano. A Riva San Vitale verrà a breve avviato un cantiere per la costruzione di una nuova captazione a lago che a partire dal 2026 fornirà acqua a tutto il Mendrisiotto tramite una dorsale che va da Capolago a Chiasso», spiega Veronesi.
Il progetto di una "Città spugna"
Per essere sempre più pronti a fronteggiare le situazioni di emergenza, il Cantone sta studiando il progetto di una “Città Spugna”. Con l’idea di rendere la gestione dell’acqua piovana in ambito urbano sempre più efficiente. La sperimentazione avverrà al nuovo quartiere delle Officine a Bellinzona e a Cornaredo, i primi siti dove questo progetto prenderà vita. La "Città Spugna" «promuove una gestione innovativa delle acque meteoriche in ambito urbano. In passato si è cercato di evacuare le acque di pioggia il più rapidamente possibile. Alla luce dei cambiamenti climatici che comportano precipitazioni sempre più intense e di breve durata, si sta cercando di trattenere quest’acqua per evitare il rigurgito delle canalizzazioni, ad esempio sui tetti piani rinverditi, e di infiltrarla in loco. Così facendo sarà reintrodotta il più rapidamente possibile nel ciclo idrologico. Parallelamente questi punti di infiltrazione, come trincee o depressioni nel terreno rinverdite, costituiscono una fonte di raffrescamento naturale per combattere le isole di calore in città».
Il ruolo attivo, infine, ce l’hanno anche i cittadini, invitati a fare un uso parsimonioso dell’acqua. A volte bastano davvero pochi gesti per contribuire al bene di tutti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter