Covid, influenza e brionchiolite mettono in crisi le farmacie. Federico Tamò, Ofc Ticino: «Un cambio di rotta ora è difficile»

Chiara De Carli

28 Dicembre 2022 - 12:01

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A scarseggiare sono i farmaci più richiesti: antidolorifici, antipiretici e antibiotici. Ma anche quelli usati comunemente per curare i malanni di stagione.

Covid, influenza e brionchiolite mettono in crisi le farmacie. Federico Tamò, Ofc Ticino: «Un cambio di rotta ora è difficile»

È vero, non eravamo più abituati a fare i conti con l’influenza e ora che siamo tornati a una situazione di normalità ecco che sono ricomparsi anche i consueti sintomi di stagione: tosse, raffreddore e alcune volte febbre. La normalità vuole che, allora, tra mal di testa e sinusite ci rechiamo in farmacia per comprare qualcosa che allevii la sensazione di malessere. Qui la brutta sorpresa. Sciroppi, antiperitici e analgesici spesso sono esauriti.
La situazione è difficile e lo è già da diverso tempo. I colli di bottiglia sulle consegne sono diversi. E le severe regole imposte fino a qualche giorno fa dal governo cinese per controllare il coronavirus hanno mandato in tilt la produzione dei principi attivi, diventati scarsi in tutto il mondo. Per di più nella nazione roccaforte dell’industria farmaceutica, quale è la Svizzera.
Qualche mese fa il portavoce dell’Ordine dei farmacisti del cantone Ticino (Ofct) e farmacista, Federico Tamò ci aveva già raccontato di un quadro preoccupante, precario ancor prima della pandemia e peggiorato ulteriormente a seguito della guerra in Ucraina. A settembre mancavano circa 600 farmaci, ora secondo drugshortage.ch, piattaforma online che elenca le carenze di farmaci creata su iniziativa di Enea Martinelli, vicepresidente dell’Associazione svizzera dei farmacisti Pharmasuisse, il conto sale a oltre 700.
«La situazione è peggiorata – conferma Tamò –. Dalla condizione fragile che avevamo prima, ora siamo in un periodo in cui ci sono alte richieste di farmaci, se pensiamo a tutte le patologie invernali che ci sono. E questo ha rotto ulteriormente la catena all’approvvigionamento».
Puntualizza infatti che «per lo più mancano farmaci poco costosi e secondariamente quelli più richiesti nel periodo invernale». Dunque «antidolorifici, antiperitici e antibiotici o i farmaci più comuni usati per trattare i raffreddamenti invernali sono in forte mancanza».

Un’iniziativa per sbloccare la situazione

Intanto in Svizzera interna medici, farmacisti, industria farmaceutica e altri hanno lanciato un’iniziativa sui farmaci. Lo scopo è obbligare la Confederazione a garantire un approvvigionamento sufficiente di medicamenti in Svizzera. La raccolta firme inizia a gennaio.
«Il mercato del farmaco è nazionale, se manca qualcosa in Ticino manca anche negli altri cantoni – sottolinea il portavoce dell’Ofct -. È difficile cambiare ora la situazione creatasi negli anni, ci vorranno altrettanti per sistemare i canali di approvvigionamento che siano sicuri e che permettano di garantirlo».
La Svizzera non ha il potere di risolvere le strozzature dell’approvvigionamento globale dei farmaci. Tuttavia il governo federale non può rimanere con le mani in mano. L’economista sanitario Stefan Felder ha riferito al Blick che è encomiabile che Martinelli conti ed elenchi le carenze di farmaci su iniziativa privata, ma il compito spetterebbe alla Confederazione.

Coronavirus, influenza e rsv

I farmaci mancano anche perché questo inizio inverno è contrassegnato dalla presenza di tre virus: coronavirus, influenza e bronchiolite. E nonostante sia la prima stagione fredda in cui il Covid sembra essere sotto controllo, gli altri due sembrano avere la meglio. Martedì l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufps) ha segnalato un raddoppio del numero di casi di influenza in sette giorni per la seconda settimana consecutiva. Secondo il bollettino, i virus sono diffusi in tutto il Paese, ma soprattutto nella regione formata dai cantoni di Argovia, Soletta, Basilea Città e Campagna.

Penuria globale

La carenza di farmaci ad ogni modo non è una questione solo svizzera, ma è globale. I media internazionali ne parlano in continuazione.
In Cina a causa della nuova ondata di Covid, le farmacie sono vuote e molte persone dei Paesi limitrofi spediscono i farmaci perché lì sono esauriti.
«Molte persone hanno comprato il paracetamolo per spedirlo ai parenti in Cina, mentre altri ne hanno fatto scorta in vista di prossimi viaggi nel Paese» ha detto alla Cnn Li Chen, una farmacista taiwanese, per spiegare l’improvvisa indisponibilità del farmaco nel suo negozio. Le comunità immigrate cercano di essere di supporto anche a migliaia di chilometri di distanza, come ad esempio dall’Australia. Spediscono i farmaci per evitare che i loro familiari vadano negli ospedali, ormai al collasso.

Situazione grave in Europa

Anche in Germania i farmaci sono introvabili. Qui, dove hanno sede alcune delle maggiori società farmaceutiche al mondo, antibiotici, antipiretici e «analgesici, antipertensivi, farmaci oncologici, contro i disturbi gastrici o cardiaci» sono merce rara. Lo ha riferito Fatih Kanyak, farmacista a Berlino al Deutsche Welle secondo cui «mancano soprattutto i prodotti destinati ai bambini».
La situazione non è diversa in Francia: paracetamolo e amoxicillina scarseggiano. In Italia, secondo l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), i prodotti carenti sarebbero oltre tremila. Quelli critici sono poco più di trecento.

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