Raggiunta la maggioranza necessaria ad andare avanti: i creditori hanno accettato il piano che ora dovrà ricevere l’approvazione definitiva del Tribunale.
La Banca Popolare di Sondrio e l’istituto di previdenza fra i primi. Infine anche gli ex dipendenti, le imprese e i professionisti che hanno prestato servizio senza venir remunerati: quelli cioè che sembravano più restii ad accettare il concordato per salvare il Casinò di Campione e dai quali pendeva la sua prossima sorte. In ultimo, anche i più perplessi si sono lasciati convincere, spinti da un’alternativa - quella della chiusura della Casa da gioco - che avrebbe fatto loro ancora peggio: è stata così raggiunta la maggioranza necessaria al via libera del piano predisposto dalla società di gestione e ammesso dal tribunale di Como.
Ma qualche ex dipendente ha detto no
Anzi: a dire di sì sono state proprio tutte le categorie di creditori, pubblici e privati. Non solo quel 50% + 1 che sarebbe bastato a sottoporre la proposta ai commissari giudiziari e al giudice, che dovranno ora dare parere definitivo sulla fattibilità. Sia pur con diverso scontento, specie fra gli ex lavoratori che, scorporandosi dal gruppo, hanno deciso di dire no. Nemmeno la maggioranza comunque raggiunta dalle agenzie fiscali, 56,7%, è stata imponente, a dimostrare come il consenso sia stata poco più che una scelta obbligata.
L’ad Ambrosini: «Altro step, andiamo avanti»
Non che la strada ora sia in discesa: i problemi restano tanti e ancora grossi, ma almeno il primo scoglio è alle spalle. Con una certa sorpresa dell’amministratore delegato Marco Ambrosini (nella foto), che si narra non si aspettasse un’adesione così importante da parte della cosiddetta categoria A, come in gergo legale sono definiti gli ex dipendenti. «Questo è un altro step importante superato e ora andiamo avanti - ha dichiarato - Ci sarà ora l’omologazione, in tempi che cercherò di sollecitare al massimo, poi l’assestamento della società, tenendo conto che l’azienda è in progress e che dunque dovremo operare le scelte che portanno alla definizione complessiva del suo assetto. E ancora, nuovi investimenti, così da consentirle di lavorare a pieno regime».
Un compito «impegnativo e sfidante»
Nero su bianco, «i dipendenti saranno pagati al 100%» e «le giacenze di cassa a oggi ammontano a circa 20 milioni di euro, pronti per essere distribuiti ai creditori», a fronte però di un debito complessivo che supera i 70 milioni. Lo dicono i verbali depositati in tribunale, a garanzia di veridicità. Rimane il fatto, evidente nei numeri e sottolineato dai commissari giudiziali, che il successo del concordato dipenderà dalla «capacità del management di proseguire nella gestione secondo logiche economiche e non politiche», assumendosi dunque un compito «impegnativo e sfidante».
Nuovo statuto per una "società benefit"
Da definire anche un rapporto chiaro tra Comune e società. Nel frattempo, lunedì 3 ottobre il Consiglio comunale ha ratificato il nuovo Statuto della società di gestione del Casinò, che si trasforma in società benefit recependo i rilievi del ministero dell’Economia e delle Finanze. Trasmessi dalla Prefettura di Como il 17 agosto, invitavano a prevedere «che la gestione aziendale sia volta a conseguire un impatto positivo sulla comunità e sul territorio» e a segnalare le finalità di beneficio nell’oggetto sociale. Da riesaminare, su sollecitazione del Mef, anche l’articolo 13 relativo all’amministrazione, «al fine di prevedere che, in alternativa all’amministratore unico, con delibera motivata con riguardo a specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa e tenendo conto delle esigenze di contenimento dei costi, l’assemblea può disporre che la società sia amministrata da un consiglio di amministrazione composto da tre o cinque membri».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter