La seconda economia mondiale sta affrontando il suo più grande focolaio di Covid dall’inizio della pandemia due anni fa. Per gli esperti, se il blocco attuato a Shenzhen dovesse essere esteso, la crescita economica della Cina ne risentirà in modo significativo.
La ripresa dei contagi Covid a Shenzhen trascina verso il basso le borse cinesi.
Le autorità della regione asiatica hanno disposto il blocco dei trasporti e delle attività non essenziali, riportando di fatto l’area in una situazione di lock-down che per ora rimarrà in vigore fino al 20 marzo. La disposizione interessa un’area nella quale vivono circa 18 milioni di persone.
La seconda economia mondiale sta affrontando il suo più grande focolaio di Covid dall’inizio della pandemia due anni fa.
A Shenzhen hanno sede importanti società tecnologiche tra cui Huawei, oltre ad aziende specializzate nella produzione di smartphone per importanti brand di settore, tra cui anche Apple. Non a caso la città è chiamata la “Silicon Valley” cinese.
Le conseguenze
Come scrive oggi il quotidiano online Money.it, la Cina paga anche lo scotto dell’attrito sempre più forte con Washington sulla guerra in Ucraina. Risultato? Oggi l’indice Hang Seng di Hong Kong è sceso del 5%, con i titoli tecnologici cinesi che hanno subito una battuta d’arresto: Tencent è diminuito dell′8,81%, Alibaba del 10,52% e Meituan del 16,32%. L’indice Hang Seng Tech è crollato di oltre il 10%.
In ribasso anche i titoli della Cina continentale, con il Composite di Shanghai in calo del 2% e Shenzhen del 3% alle ore 8.24 svizzere.
Secondo gli esperti, se il blocco attuato a Shenzhen dovesse essere esteso, la crescita economica della Cina ne risentirà in modo significativo.
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