Nonostante tutto, i mercati asiatici tengono bene.
La buona notizia è che le borse asiatiche reggono (per ora).
Quella meno buona, invece, riguarda la Cina e la sua produzione manifatturiera di luglio.
PMI Caixin China
A confermarlo è il PMI - cioè il purchasing managers index, che equivale all’indicatore economico pubblicato mensilmente deputato a misurare la domanda in uno specifico settore economico - riferito al comparto manifatturiero "Caixin China", che a luglio è sceso a 50,4 punti, avvicinandosi pericolosamente alla soglia dei 50 punti, che segna il confine con la fase di contrazione.
Più in basso delle previsioni
Tradite quindi le previsioni degli analisti, che per il mese appena concluso indicavano una soglia non inferiore ai 51,5 punti, forte del 51,7 rilevato a giugno. La causa di questa pesante flessione, va ricercata nella serie di lockdown che ha penalizzato il Paese, impegnato a contrastare gli ultimi focolai di Covid a suon di quarantene che si stanno rivelando pesantissime per l’economia.
Ad aggravare la situazione c’è la grave crisi che riguarda i mutui, con perdite per oltre 300 miliardi di dollari. Evergrande, la società immobiliare cinese è la più indebitata al mondo (si stima oltre 300 miliardi di dollari), al punto che non è stata in grado di produrre un piano di ristrutturazione generale entro luglio, come aveva sostenuto di voler fare. Un pessimo segnale, che aggrava il clima di scarsa fiducia che si respira nel Paese.
I dati delle borse asiatiche
Nonostante tutto, i mercati asiatici tengono bene.
Alle ore 8 in Svizzera, il Nikkei sale dello 0,64%, l’Hang-Seng di Hong Kong viaggia vicino la parità, mentre Shanghai è in rialzo dello 0,2%.
L’oro è stabile a 1.776 dollari l’oncia, il petrolio Wti americano perde dell’1,3% a 97,3 dollari il barile.
Le mosse USA
Nel frattempo, la speaker del Congresso americano, Nancy Pelosi, conferma in un tweet lo scopo del suo viaggio nelle principali realtà asiatiche, senza però menzionare Taiwan.
I'm leading a Congressional delegation to the Indo-Pacific to reaffirm America’s unshakeable commitment to our allies & friends in the region. In Singapore, Malaysia, South Korea & Japan, we’ll hold high-level meetings to discuss how we can further our shared interests & values.
— Nancy Pelosi (@SpeakerPelosi) July 31, 2022
"Sto guidando una delegazione del Congresso nell’Indo-Pacifico per riaffermare l’incrollabile impegno come America nei confronti dei nostri alleati e amici nella regione. A Singapore, in Malaysia, Corea del Sud e Giappone terremo incontri di alto livello per discutere come potenziare i nostri interessi e valori condivisi".
Una scelta, quella di saltare la tappa a Taiwan, che non ha mancato di sollevare qualche polemica negli Stati Uniti. L’ex segretario di Stato della presidenza Trump, Mike Pompeo ha definito questa scelta come l’aver permesso alla Cina di bullizzare l’America con l’effetto di generare un messaggio negativo ai partner Usa nella regione.
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