In base all’attività del Paese in termini di prevenzioni dei cambiamenti climatici, la Confederazione è scesa di sette posizioni rispetto alla classifica del 2021.
Secondo il Climate Change Performance Index (CCPI), che ordina i Paesi mondiali in base alla loro attività pro-clima, la Svizzera scende di sette posizioni nell’ultimo ranking, precipitando al 22° posto. Questo significa che non è più tra i Paesi ad alto rendimento climatico e si colloca ora in una posizione media.
Cos’è il Climate Change Performance Index
Il Climate Change Performance Index è un sistema di punteggio ideato dall’organizzazione tedesca per l’ambiente e lo sviluppo Germanwatch, per migliorare la trasparenza delle politiche climatiche internazionali. Sulla base di criteri standardizzati, l’indice valuta e confronta le prestazioni in materia di protezione del clima di 63 Paesi e dell’Unione Europea, che insieme sono responsabili di oltre il 90% delle emissioni globali di gas serra (GHG).
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La Svizzera scivola nella classifica
La Svizzera è scesa di sette posizioni al 22° posto nella classifica annuale del Climate Change Performance Index (CCPI), che spiega che l’anno scorso gli elettori svizzeri hanno respinto la legge sul CO2 per la regolamentazione delle emissioni.
«La Svizzera non è più tra i paesi ad alto rendimento del CCPI e si colloca ora in una posizione media», si legge nell’indice, pubblicato lunedì in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Sharm el-Sheikh.
La nazione alpina ha ricevuto una valutazione media per tutte e quattro le principali categorie del CCPI: emissioni di gas serra, energie rinnovabili, uso dell’energia e politica climatica. «La Svizzera deve migliorare le sue politiche e, pur avendo aderito all’Accordo di Parigi, la sua attuazione è ancora carente», conclude l’indice.
Lontano l’obiettivo di emissioni zero
Dal 2021, la Svizzera si è posta l’obiettivo di raggiungere l’emissioni zero entro il 2050. Sempre nel 2021, l’emendamento alla Legge federale sulla riduzione delle emissioni di gas serra (Legge sul CO2) per la regolamentazione delle emissioni entro il 2030 è stato respinto per un soffio da un referendum.
Nel rapporto di quest’anno la Svizzera si colloca dietro a Lituania, Egitto e alla media dell’UE. La Danimarca si è classificata al primo posto.
Il fatto che la Svizzera sia uscita dalla top 20 è il risultato del blocco della sua politica climatica, ha dichiarato Georg Klingler, esperto di clima di Greenpeace, uno dei 450 esperti internazionali che hanno contribuito al rapporto.
Bloccati progressi in materia ambientale
Se tutti i Paesi agissero come la Svizzera, il riscaldamento globale sarebbe di 3°C, il doppio dell’obiettivo di 1,5°C fissato dall’Accordo sul clima di Parigi. Tuttavia, i recenti sforzi dei politici svizzeri, come la controproposta all’iniziativa sui ghiacciai o le misure per aumentare le energie rinnovabili, non sono stati inclusi nella valutazione, ha aggiunto.
Per Klingler, la Svizzera sta sbagliando obiettivo per ridurre le proprie emissioni di gas serra. Sta sostenendo progetti all’estero per ridurre le proprie emissioni di CO2. Questo ha senso di per sé, dice, ma non dovrebbe servire a sostituire i progetti in Svizzera: «Questo è greenwashing», ha dichiarato.
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