Il Consiglio Federale esige dalle banche di detenere fondi propri supplementari per i crediti ipotecari sugli immobili d’abitazione.
In considerazione dell’andamento dei mercati ipotecario e immobiliare, nella seduta del 26 gennaio 2022 il Consiglio federale ha deciso di riattivare il cuscinetto anticiclico di capitale su proposta della Banca nazionale svizzera (BNS).
Di conseguenza, per contrastare i rischi su questi mercati, dal 30 settembre 2022 le banche saranno obbligate a detenere fondi propri supplementari a copertura dei crediti ipotecari concessi per gli immobili d’abitazione.
Tali fondi ammonteranno al 2,5 per cento delle posizioni ponderate in funzione del rischio, garantite direttamente o indirettamente da pegno immobiliare per immobili d’abitazione in Svizzera.
I motivi della riattivazione
Il cuscinetto anticiclico di capitale rafforza la capacità di resistenza del settore bancario laddove vengano apportate correzioni a seguito di squilibri sui mercati ipotecario e immobiliare e, nel contempo, contrasta un ulteriore inasprimento della situazione su questi mercati.
Nel marzo del 2020, all’inizio della crisi pandemica, il cuscinetto anticiclico di capitale era stato soppresso per accordare alle banche il maggior margine di manovra possibile nella concessione di crediti alle imprese. Da allora le vulnerabilità sui mercati ipotecario e degli immobili d’abitazione si sono accentuate.
L’aumento del volume dei crediti ipotecari e dei prezzi degli immobili d’abitazione è più forte di quanto sarebbe giustificato mediante parametri fondamentali quali le pigioni e i redditi. È cresciuto il pericolo di una brusca correzione sui mercati ipotecario e immobiliare, innescato ad esempio da un balzo inatteso dei tassi d’interesse. Questa correzione avrebbe conseguenze gravi sui mutuatari e sul settore bancario, ovvero sull’economia svizzera.
Inoltre, rispetto al periodo iniziale della pandemia la situazione congiunturale è migliorata e l’incertezza riguardante l’accesso al credito da parte delle imprese è sensibilmente diminuita.
Al momento dunque nulla lascia prevedere una stretta creditizia nei confronti delle imprese.
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