Ecco la variante Gryphon. Dalla Cina la minaccia di una nuova ondata Covid

Matteo Casari

29/12/2022

29/12/2022 - 14:19

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L’allentamento delle restrizioni in Cina ha provocato un’esplosione di contagi. Una delle nuove varianti ha messo in allerta i governi del mondo.

Ecco la variante Gryphon. Dalla Cina la minaccia di una nuova ondata Covid

L’ondata di COVID-19 proveniente dalla Cina spaventa i governi mondiali. Le principali preoccupazioni sull’esplosione delle infezioni si concentrano sulla sottovariante XBB.1.5 del virus Sars-CoV-2, nota anche come Gryphon. I Paesi esteri, per evitarne una rapida diffusione hanno deciso di ricorrere immediatamente a misure straordinarie con controlli ferrei sui viaggiatori provenienti da Oriente.

La nuova variante Gryphon

Fin da subito, per spiegare il nuovo boom di infezioni in Cina gli occhi sono stati puntati sulla sottovariante XBB.1.5. Al momento si tratta solo di un’ipotesi, ma la stessa variante Gryphon sembra essere legata all’aumento dei ricoveri negli Stati Uniti, in particolare a New York, dove l’identificazione dell’XBB è aumentata del 140% nell’ultimo mese.
Secondo alcuni esperti, Gryphon sta rapidamente sostituendo le sottovarianti più comuni, come BQ.1 e BQ.1.1, come dimostra la sua diffusione in almeno altri nove Paesi, sei dei quali europei. Oltre all’Italia, dove al 27 dicembre costituiva l’1,82% del virus in circolo, gli esperti hanno rilevato XBB in Francia (1,22%), Belgio (4,56%), Germania (2,05%), Spagna (2,61%) e Regno Unito (5,44%). Questa nuova variante è presente anche in Australia (3,33%), Canada (1,93%) e Stati Uniti (13,42%).

Esplosione di contagi in Cina

Nel frattempo non si intravede nessuna trasparenza da parte del governo cinese. Nei giorni scorsi, la Commissione nazionale per la salute ha annunciato che l’8 gennaio il coronavirus sarà formalmente declassato a malattia infettiva di Classe B. Questo è avvenuto in contemporanea all’allentamento delle regole di viaggio in entrata in Cina, l’ultima parte ancora in vigore della politica “zero Covid”.
Il risentimento nei confronti della politica del governo, che ha scatenato proteste pubbliche contro il presidente Xi Jinping a novembre, ha portato a una riduzione delle restrizioni per il virus in tutto lo Stato. Tuttavia, a ciò è seguito uno spaventoso aumento dei casi, con segnalazioni di ospedali al collasso e carenza di farmaci.
Uno degli aspetti più preoccupanti è che il governo ha smesso di condividere i dati sulle infezioni, un fatto decisamente misterioso e subdolo. Prima di questa decisione, i numeri parlavano di un’impennata esponenziale dei contagi: si stimano circa 248 milioni di casi (il 18% della popolazione) nei primi 20 giorni di dicembre, con una media di 5mila decessi al giorno.

Il resto del mondo si tutela

I governi mondiali sono subiti apparsi preoccupati dalla situazione, ricorrendo rapidamente a nuove misure di protezione. Gli Stati Uniti hanno imposto l’obbligo di un test negativo. I funzionari americani stanno prendendo in considerazione nuove restrizioni sui viaggiatori provenienti dalla Cina, a causa delle preoccupazioni per l’aumento dei casi e per la mancanza di trasparenza da parte del governo cinese.
Allo stesso modo, anche l’India e il Giappone hanno innalzato le barriere, obbligando i visitatori in arrivo dalla Cina a presentare un test negativo per poter entrare nei propri confini. Nel frattempo, l’Unione europea non ha ancora preso una decisione in merito a questa emergenza. Tuttavia, ha recentemente convocato il Comitato per la sicurezza sanitaria per decidere la linea d’azione.

Sempre più contagiati in arrivo a Malpensa

Anche l’Italia ha cominciato ad alzare le difese. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha firmato un’ordinanza per obbligare chi arriva da Pechino a effettuare un tampone, mentre oggi riferirà in Senato l’andamento della situazione. Nell’ordinanza, il ministro ha anche ordinato il sequenziamento del virus, una misura indispensabile per garantire la sorveglianza e l’identificazione di eventuali varianti.
La forte capacità di diffusione di Gryphon è dovuta a una nuova mutazione, definita F486P, che le permette di sfuggire agli anticorpi generati sia dalle infezioni da Omicron 5 sia dai vaccini, rafforzando il legame con il recettore Ace2 presente nelle cellule umane.
I primi dati provenienti dai test dell’aeroporto di Milano-Malpensa sono tutt’altro che incoraggianti: su uno dei primi voli monitorati sono stati individuati 35 positivi su 92 passeggeri, mentre in un altro addirittura 62 su 120.
In Svizzera intanto il consigliere di Stato ginevrino Mauro Poggia intende presentare chiedere alla Confederazione di sottoporre al test anti Covid tutti i viaggiatori provenienti da Pechino. «Se le autorità cinesi fossero responsabili, richiederebbero test Covid ai propri cittadini che si imbarcano» per altri Paesi, ha dichiarato mercoledì sera il consigliere di Stato responsabile del Dipartimento della sicurezza, della popolazione e della sanità (DSPS), durante la trasmissione Forum della Rts.

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