Stando a quanto riportato dall’Oms, in base alle evidenze attuali, il rischio per la salute pubblica su scala globale è basso, in linea con altre varianti attualmente in circolazione.
Nonostante la pandemia ci sembra ormai un brutto ricordo lontano, il coronavirus continua a circolare. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) negli ultimi giorni è infatti tornata a parlarne, per via dell’ultima variante denominata EG.5 o “Eris”,, poiché negli Stati Uniti e in Cina i casi stato aumentando sempre di più.
Classificata come una “variante di interesse”, le sue mutazioni saranno attentamente osservante, in quanto potrebbe diventare più pericolosa. Ad ogni modo, stando a quanto riportato dall’Oms, in base alle evidenze attuali il rischio per la salute pubblica su scala globale è basso, in linea con altre varianti attualmente in circolazione.
Solamente nel maggio scorso, l’Oms aveva affermato che il Covid-19 era oramai “un problema sanitario consolidato” e che non era più da considerare “un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale”.
Variante Eris: i sintomi
I sintomi sono sempre gli stessi: febbre, tosse, mal di gola, affaticamento, alterazione del gusto e dell’olfatto. Nella valutazione del rischio diffusa mercoledì, l’Oms cataloga EG.5 con una maggior prevalenza, vantaggio di crescita e proprietà di fuga immunitaria. Nonostante ciò, attualmente “non sono stati segnalati cambiamenti nella gravità della malattia”. L’Oms ritiene, dunque, che la variante potrebbe diventare prevalente in alcuni Paesi o addirittura a livello globale, scrive l’Oms.
I Paesi più colpiti dalla nuova variante Eris
Cina, Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone e Canada sono gli stati dove, a partire dal 7 agosto, sono stati identificati la maggior parte dei casi, secondo l’Initiative on Sharing All Influenza Data (Gisaid). Ma non sono rimasti immuni Australia, Singapore, Regno Unito, Francia, Portogallo e Spagna.
Vaccino pronto entro fine settembre
Le case farmaceutiche si stanno quindi preparando al rilascio di nuovi vaccini anti-Covid in vista dell’autunno, sempre più efficaci contro più varianti. In modo particolare, le sottovarianti XBB, discendenti da Omicron, di cui fa parte anche EG.5.
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