Introdotto un sistema di coordinamento a due livelli per evitare il sovraccarico delle terapie intensive a livello locale o regionale
La pressione dei malati di Covid-19 sugli ospedali svizzeri non si attenua: in molti Cantoni la saturazione è massima e servono misure di coordinamento efficaci.
Da molti mesi a causa della risalita dei contagi nella Confederazione, i reparti di cure intense vengono sollecitati molto più del normale. Anche a causa di carenze di personale specializzato, le difficoltà con le quali i reparti di terapia intensiva devono confrontarsi sono notevoli.
In questo clima di grande emergenza e incertezza, lo scorso martedì (14 dicembre) il servizio sanitario coordinato - SSC, la Conferenza delle direttrici e dei direttori della sanità - CDS, l’associazione H+ Gli ospedali svizzeri e la Società svizzera di medicina intensiva - SSMI hanno precisato il concetto per il coordinamento nazionale dei reparti di cure intense.
Reparti di cure intense: coordinamento a due livelli
Il coordinamento a due livelli si pone l’obiettivo di evitare un sovraccarico dei reparti di cure intense, conservando una capacità di accoglienza omogenea in tutta la Confederazione. L’intenzione è che ospedali e Cantoni si sostengano reciprocamente, in misura ancora maggiore nel trasferimento dei pazienti, rinviando gli interventi non urgenti per garantire un maggior numero di posti di cure intense.
Di seguito i due livelli di precisazioni per il coordinamento:
1. I reparti di cure intense aderiscono a livello cantonale o regionale a una rete ospedaliera esistente o istituita dalle autorità nel Cantone, per trasferimenti di pazienti e compensazioni di capacità. Normalmente le reti vengono gestite dalla direzione del reparto di cure intense di un ospedale universitario o di un ospedale centrale. All’interno delle reti ospedaliere i reparti di cure intense procedono a trasferimenti tempestivi di pazienti e a compensazioni di capacità, in primo luogo tra i posti letto di terapia intensiva certificati e in secondo luogo tra tutti gli altri posti per trattamenti. L’obiettivo di questi processi è di rendere equilibrato il grado di occupazione all’interno della rete dei pazienti affetti da Covid-19 e dei pazienti affetti da altre patologie, prevenendo sovraccarichi dovuti a casi non programmati che necessitano di cure intense e trasportando tempestivamente i pazienti che possono essere trasportati.
2. In presenza di un livello di occupazione elevato (pari o superiore all’85%) di un quota di almeno il 50% di pazienti Covid-19 all’interno di una rete ospedaliera, vengono organizzati trasferimenti verso reti che hanno un livello di occupazione più basso e una quota più limitata di pazienti Covid-19. In queste circostanze, le reti ospedaliere devono concordare i trasferimenti con il servizio di coordinamento nazionale.
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