Il colosso bancario svizzero è alle prese con uno dei momenti più difficili della sua storia. L’aumento dei credit default swap ha raggiunto il massimo di sempre.
L’indicatore del rischio di credito di Credit Suisse è salito a un livello record, mentre le sue azioni hanno toccato un nuovo minimo, aumentando le turbolenze e l’insicurezza che circondano il colosso bancario svizzero. Non sono serviti i tentativi della banca di rassicurare i mercati sulla sua stabilità finanziaria.
Prezzi dei CDS alle stelle
Secondo quanto riportato da Bloomberg, il prezzo dei credit default swap (CDS) con durata di cinque anni, è salito fino 293 punti base, rispetto ai 55 di inizio anno, raggiungendo il suo massimo storico. Nel frattempo, lunedì le azioni sono scese del 12% alla borsa di Zurigo, perdendo fino al 60% solo quest’anno. Il titolo è sprofondato a 3,52 franchi per azione in tarda mattinata, poi è andato via via in recupero. Questi dati rischiano di mettere la banca sulla strada per il più grande calo annuale della sua storia.
L’amministratore delegato Ulrich Körner ha cercato di calmare i dipendenti e i mercati durante il fine settimana, ma ha visto il suo tentativo ottenere l’effetto opposto. Cercando di mettere in risalto i livelli di capitale e di liquidità della banca, ha riconosciuto che l’azienda stava affrontando un «momento critico». Körner ha inoltre comunicato ai propri collaboratori che invierà loro un aggiornamento periodico fino all’annuncio del nuovo piano strategico il 27 ottobre.
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In arrivo rivoluzioni nella banca
Sebbene i livelli dei CDS facciano parte di un’ampia svendita di mercato, essi indicano un deterioramento della percezione della banca. Attualmente c’è circa il 23% di possibilità che la banca vada in default sulle sue obbligazioni entro 5 anni.
Alcuni clienti hanno approfittato dell’aumento dei CDS quest’anno per fare domande, negoziare i prezzi o ricorrere alla concorrenza.
Körner, nominato ceo a fine luglio, ha dovuto affrontare speculazioni di mercato e dubbi sul capitale mentre cercava di definire una linea d’azione per risolvere i problemi della società. L’istituto di credito sta mettendo a punto dei piani che probabilmente comporteranno cambiamenti radicali nella banca, che potrebbero includere il taglio di migliaia di posti di lavoro nell’arco di alcuni anni.
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Credit Suisse come Deutsche Bank?
Gli analisti di Keefe, Bruyette & Woods (KBW) sono stati gli ultimi a fare paragoni con la crisi di fiducia che ha scosso Deutsche Bank sei anni fa. All’epoca, l’istituto di credito tedesco si trovava ad affrontare ampi interrogativi sulla sua strategia, oltre a preoccupazioni a breve termine sul costo di un accordo per porre fine a un’indagine statunitense relativa ai titoli garantiti da ipoteca. Deutsche Bank ha visto salire i suoi credit default swap, il suo rating del debito è stato declassato e alcuni clienti hanno rinunciato a lavorare con lei.
Le due situazioni sono in realtà diverse: Credit Suisse non si trova ad affrontare un problema della portata dell’accordo da 7,2 miliardi di dollari della Deutsche Bank e il suo coefficiente patrimoniale chiave del 13,5% è superiore al 10,8% che la società tedesca aveva sei anni fa.
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