Il risveglio dell’Italia: crescita economica, Pil in aumento e sfide da affrontare nel 2023-2024

Matteo Casari

07/06/2023

07/06/2023 - 09:54

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L’Istat ha pubblicato le stime per la ripresa economica dell’Italia per il biennio 2023-2024

Il risveglio dell'Italia: crescita economica, Pil in aumento e sfide da affrontare nel 2023-2024

L’Italia sta ingranando la marcia della ripresa. Le stime delle prospettive economiche 2023-2024 dell’Istat mostrano una crescita cauta ma ottimistica per i nostri vicini oltreconfine, con un aumento dei consumi, un rallentamento dell’inflazione, un recupero delle retribuzioni e un Prodotto interno lordo (Pil) in crescita di oltre l’1%.

Nonostante un contesto internazionale ancora incerto, la crescita dell’Italia dipenderà da due condizioni fondamentali: «Le previsioni si basano su ipotesi favorevoli riguardo alla riduzione dei prezzi nei prossimi mesi e sull’attuazione del piano di investimenti pubblici programmato nel biennio», ha specificato l’Istat in un comunicato.
In altre parole, è essenziale che l’inflazione continui a diminuire costantemente e che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) venga attuato senza intoppi.
Ecco le previsioni sull’economia del Bel Paese per il 2023-2024 in termini numerici e di crescita, approfondita da Money.it.

Le stime economiche per il prossimo biennio

Secondo il rapporto, il Prodotto interno lordo italiano è previsto in aumento sia nel 2023 che nel 2024. Si prospetta una crescita del +1,2% nell’anno corrente e del +1,1% l’anno successivo.
In questo biennio, sarà la domanda interna a trainare l’incremento, con un contributo del +1,0% nel 2023 e del +0,9% nel 2024, seguita dalla domanda estera netta (+0,3% e +0,2%).

Sviluppo dei consumi e occupazione, calo dell’inflazione

Le previsioni indicano dati positivi, come spiegato nella nota:

«Ci si attende che i consumi delle famiglie residenti e delle ISP segnino, in linea con l’andamento dell’attività economica, un aumento nel 2023 (+0,5%), che si rafforzerà l’anno successivo (+1,1%), grazie all’ulteriore riduzione dell’inflazione associata a un graduale recupero delle retribuzioni e al miglioramento del mercato del lavoro. Gli investimenti manterranno ritmi di crescita elevati, rispetto alle altre componenti: 3,0% nel 2023 e 2,0% nel 2024, in decelerazione rispetto al biennio precedente».

Anche l’occupazione dovrebbe registrare un miglioramento, con un aumento dell’1,2% nel 2023 e dell’1% nel 2024 in termini di unità di lavoro.
L’inflazione sarà influenzata ancora dal calo dei prezzi energetici e dalla politica restrittiva della Banca centrale europea, con una «riduzione della dinamica del deflatore della spesa delle famiglie residenti sia nell’anno corrente (+5,7%) sia, in misura maggiore, nel 2024 (+2,6%)».

Le prossime sfide e difficoltà

Non mancano, tuttavia, segnali di preoccupazione per l’economia italiana. Riguardo all’anno in corso, l’Istat ha sottolineato quanto segue:

«I segnali per i mesi a venire indicano che, nonostante l’inizio particolarmente positivo, l’attività economica rallenterà nel corso dell’anno. In un contesto in cui la domanda mondiale si sta riducendo, con l’economia di importanti partner commerciali come Germania e Stati Uniti in fase di frenata, ci si aspetta una significativa riduzione degli scambi esteri, soprattutto per quanto riguarda le importazioni».

È importante notare che a maggio sia gli indici di fiducia dei consumatori che quelli delle imprese sono peggiorati, interrompendo il trend positivo dei mesi precedenti.
Secondo l’Istat, è fondamentale prestare attenzione ad altri fattori di rischio:

«In Italia, gli effetti delle politiche monetarie restrittive sulla domanda interna e il venir meno della spinta degli incentivi all’edilizia saranno, tuttavia, parzialmente controbilanciati dagli effetti dell’attuazione delle misure previste dal PNRR – soprattutto sugli investimenti – e del rallentamento dell’inflazione sulla domanda privata».

Inoltre, non possiamo dimenticare che l’ondata di violento maltempo, che ha colpito l’Emilia Romagna, potrebbe provocare conseguenze economiche negative, soprattutto nel settore agricolo sia a livello locale che nazionale.

Fiducia nel Pnrr

Nonostante il contesto che vede un recupero in Italia in termini di consumi e spese delle famiglie nel primo trimestre del 2023, con una crescita del 0,7% della spesa per consumi finali a livello nazionale rispetto al trimestre precedente, in contrasto con la diminuzione congiunturale degli altri principali paesi europei, gli investimenti e le esportazioni sono in crescita, ma a un ritmo più contenuto.
L’Istat ha posto particolare attenzione sul Pnrr, che avrà un impatto significativo sulla dinamica economica italiana, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti. La fine del Superbonus, la complessità geopolitica attuale, l’aumento dei tassi d’interesse da parte della Bce, il rallentamento della produzione industriale e la riduzione dell’utilizzo degli impianti potrebbero ostacolare l’accumulo di capitale.

Argomenti

# PIL
# Italia

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