INTERVISTA La crisi energetica e il Canton Ticino. Zali: «Siamo preoccupati, ma il governo è unito»

Chiara De Carli

25 Novembre 2022 - 14:56

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E sulle prossime elezioni dichiara: «Rimanere è senso di responsabilità» per non lasciare il Cantone in un momento critico come quello attuale.

INTERVISTA La crisi energetica e il Canton Ticino. Zali: «Siamo preoccupati, ma il governo è unito»

Non bastava il conto salato presentato dalla pandemia. In questo 2022 si sono aggiunte difficoltà sulle catene di approvvigionamento, guerra in Ucraina, inflazione, aumenti dei tassi di interesse, crisi climatica e crisi energetica. I temi presenti sul tavolo della politica, insomma, sono davvero tanti e sono tutti roventi.
Circa sette mesi fa, il Consigliere di Stato e direttore del Dipartimento del Territorio, Claudio Zali, raccoglieva da Manuele Bertoli il testimone della presidenza del Consiglio di Stato.
Provando a fare il punto sulla situazione in Ticino, il presidente del Cantone ammette: «Di sicuro non è un periodo facile per l’attività governativa, stiamo attraversando dei momenti difficili dopo la pandemia. Rimangono poi le grandi incognite dovute al conflitto che hanno innescato una crisi energetica con pesanti influenze economiche».

Presidente, come state vivendo questa difficile situazione?
«Se la crisi energetica perdura, potrebbe trasformarsi in una crisi economica che si diffonde a vasti strati delle aziende e alla popolazione, quindi c’è preoccupazione. A cui si somma anche quella per l’attività dello Stato medesimo che fa fatica a far quadrare i conti.
Le preoccupazioni esistono e sono concrete, ma c’è un governo che ha sempre marcato presenza, si mantiene unito e indica una direzione. Questo governo difende la propria scelta di continuità e cerca di dare un indirizzo di stabilità e di tranquillità al Paese e credo che in parte ci stia anche riuscendo».

Dopo la pandemia ci si aspettava un ritorno alla normalità, invece ora guerra e inflazione hanno messo a rischio l’equilibrio politico economico. Come sta reagendo il Cantone a questa situazione, anche alla luce del Preventivo 2023?
«Il Preventivo 2023 è un preventivo che viene criticato proprio perché ritenuto fin troppo tranquillizzante, ovvero nel segno di un programma di rientro e di risanamento dei conti, che avevamo realizzato per tornare gradualmente alla parità nel 2025.
Questo preventivo mantiene le promesse, le aspettative ed è aiutato anche da un consuntivo 2022, un consuntivo di un anno difficile ancora segnato dalla pandemia - almeno all’inizio - che sarà migliore del preventivo, a riprova che il sistema Stato per il momento regge. Non bisogna perdere la lucidità e la calma in quanto governanti, è necessario mantenere la propria rotta».

Nell’ambito della transizione energetica, cittadini e Cantone giocano un ruolo sinergico. Cosa si può fare concretamente?
«Sicuramente questa situazione ha reso più impellente un discorso che era già in atto di decarbonizzazione, che ora non ha più solo una veste ambientale, ma è diventato anche un discorso di sicurezza dell’approvvigionamento il più possibile da fonti interne e rinnovabili e anche di costi controllabili. Abbiamo sempre lavorato su questo fronte e intendiamo evidentemente fare ancora di più, lo stiamo promuovendo in ogni modo. La transizione energetica è in corso: le procedure per la posa di pannelli solari e fotovoltaici sono esplose, come pure per termopompe. Le nuove costruzioni stanno sempre più adottando standard energetici di alto livello».

Elezioni 2023, ha rinnovato la volontà di rimanere in campo e ha dichiarato di voler correre per la vittoria. Perché per lei è importante essere ancora presente e quali saranno le sfide del nuovo governo?
«Ho ancora tante cose ancora da fare. I tempi politici purtroppo sono più lunghi di quello che vorrei e per vedere realizzare un pensiero coerente, che credo di aver messo in campo dal primo giorno, occorre tempo. L’anagrafe mi permette ancora di affrontare con il necessario vigore il prossimo quadriennio, almeno spero, la disponibilità a servire il Paese c’è ancora. Le sfide del nuovo governo saranno il riequilibrio dei conti e quello di uscire da un insieme di difficili situazioni che hanno reso l’attività governativa degli ultimi anni molto difficile. È anche un senso di responsabilità quello di non lasciare in un momento critico, ma di voler restare per dare il proprio contributo».

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