Sarà pubblicata domani sulla Gazzetta federale, con il titolo «Elettricità per tutti in ogni momento (stop blackout)».
In Canton Ticino c’è chi l’ha detto subito, in tempi ancora quasi non sospetti: segnalando il nucleare come unica strada possibile e immediata dinnanzi alla crisi energetica che, all’indomani dello scoppio della guerra, si intuiva sarebbe stata inevitabile e drammatica. Vedi Stefano Modenini, per citarne uno: scettico sulla possibilità e l’efficacia degli aiuti di Stato per far fronte a un’eventuale emergenza, a inizio primavera il direttore di Aiti aveva auspicato un ritorno rapido all’energia nucleare, opzione attualmente in abbandono per volere del popolo, ma di nuovo attuale «in un contesto geopolitico del tutto diverso da qualche anno fa».
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Non è il solo a pensarlo: nel frattempo, altri hanno preso coraggio. Idee e proposte analoghe si sono così moltiplicate, allargandosi progressivamente verso il basso. E giusto questo fine settimana è stata annunciata una iniziativa popolare che vuole revocare il divieto di costruzione di centrali nucleari in Svizzera, in vigore dal 2017. Sarà pubblicata domani sulla Gazzetta federale, con il titolo «Elettricità per tutti in ogni momento (stop blackout)».
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«Senza elettricità, l’economia si ferma»
Il concetto con cui si mira a persuadere ed apporre la propria firma è fin banale, nella sua semplicità: senza elettricità, la società e l’economia si fermano, scrivono i promotori sul sito dedicato, senza girarci troppo intorno. «La Svizzera ora ha urgente bisogno di garantire un’alimentazione elettrica sicura, indipendente e rispettosa dell’ambiente e del clima».
«Un divieto tecnologico senza senso»
L’appello è anche a prevedere nella costituzione il consenso a «tutti i tipi di produzione di elettricità rispettosi del clima». Tutti, senza esclusioni dettate dalla paura o altri sentimenti che hanno animato il popolo qualche tempo fa. Tradotto: la costruzione di nuove centrali nucleari in Svizzera sarebbe cosa buona a giusta, in questo momento. Secondo il comitato, l’attuale impossibilità altro non è che un «divieto tecnologico senza senso».
Una sfida alle energie rinnovabili
Resa nota ieri sulle pagine della SonntagsZeitung, l’iniziativa ha aperto un dibattito aspro nei toni. Un’alleanza apartitica di parlamentari, con rappresentanze di FDP, Mitte, GLP, SP e Verdi, ha parlato di «coercizione inutile». D’altra parte, c’è chi è critico sul fatto che l’iniziativa metta in discussione la Strategia Energetica 2050 adottata dall’elettorato, finalizzata a sostenere le energie rinnovabili.
Aeesuisse: «Nebbia nociva della lobby»
Diverse le associazioni e le organizzazioni ostili. Aeesuisse, organizzazione ombrello dell’economia per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, ha definito l’operazione una «nebbia nociva della lobby nucleare». Nessuna centrale nucleare, spiega, potrebbe essere costruita in tempi ragionevoli; le centrali che puntano sulle rinnovabili, invece, potrebbero dare un contributo concreto alla sicurezza dell’approvvigionamento.
Il sondaggio: la maggioranza resta contraria
C’è inoltre da convincere il popolo, che pare sia ancora persuaso della scelta contro il nucleare effettuata cinque anni fa. Secondo un sondaggio pubblicato ieri da Tamedia e 20 Minuten, la maggioranza resta nettamente scettica, in particolare le donne. Solo una su tre si è detta favorevole all’utilizzo futuro dell’energia nucleare e alla costruzione di nuove centrali nucleari, a fronte del 45% degli uomini.
Città pronte a rinunciare alle luci di Natale
L’Associazione svizzera delle Città ha nel frattempo stilato un elenco di raccomandazioni grazie alle quali risparmiare elettricità. Verranno comunicate nel dettaglio questa settimana, ha confermato all’agenzia di stampa Keystone-SDA Reto Nause, direttore della sicurezza di Berna e presidente della commissione per la politica energetica e climatica dell’associazione. Enorme, secondo Nause, il potenziale di risparmio, che passa dal solito abbassamento della temperatura degli ambienti di un paio di gradi o la chiusura completa dell’acqua calda in alcuni luoghi. Ipotizzabile anche una rinuncia alle luci di Natale: le strade decorate, ha dichiarato in una intervista alla NZZ am Sonntag, manderebbero un messaggio sbagliato.
Parmelin: «Nessuna carenza, per ora»
Più rassicurante il ministro dell’Economia Guy Parmelin, secondo cui non dovrebbe esservi alcuna carenza di energia. Al momento, ha detto, la Svizzera è ancora ben lontana dalla chiusura del rubinetto del gas.
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