Anche Sygenta, gigante agrochimico basilese, risente dell’eventuale conflitto: circa 600 i dipendenti che lavorano a Kiev.
L’escalation verso il conflitto russo-ucraino non molla. In queste ore la possibile invasione dell’Ucraina da parte della Russia fa tremare nuovamente l’economia mondiale. Un’emergenza che tocca da vicino anche circa 130 imprese svizzere che operano nel Paese situato nell’Est Europa. I timori per la sicurezza dei collaboratori e la precaria situazione del livello produttivo fanno correre ai ripari le aziende che predispongono piani d’emergenza.
Per Sygenta, gigante agrochimico basilese, Russia e Ucraina rappresentano dei mercati importanti. Attualmente infatti l’azienda impegna 600 collaboratori a tempo pieno in quell’area. Molti di loro lavorano a Kiev nelle attività di esportazione di cereali. La situazione è costantemente monitorata per garantire la sicurezza di dipendenti, partner e clienti.
Ripercussione sul mercato
La minaccia del conflitto in Ucraina sta già avendo conseguenze sul mercato dei cereali. L’Ucraina, conosciuta anche come il granaio d’Europa, è una tra le prime esportatrici verso il Vecchio Continente. L’innesco di un conflitto si ripercuoterebbe anche sulle coltivazioni, sull’operatività delle aziende e sugli scambi commerciali del Mar Nero. +4,5% e +5% i rincari di grano e mais raggiunti appena una settimana fa. Secondo il giornale economico internazionale “Politico”, l’Ucraina è il quarto più grande fornitore esterno di cibo dell’UE e fornisce al blocco circa un quarto delle sue importazioni di cereali e olio vegetale, compresa quasi il 50% del suo mais.
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