L’indice del clima di fiducia dei consumatori è fra i più bassi degli ultimi anni, comparabile solo a quello registrato agli inizi della pandemia.
Sia pur lontana e in un certo senso distante dalla portata quotidiana, la guerra non aiuta a essere sereni. Minaccia e corrompe la aspettative nel futuro, alimenta incertezza e preoccupazione: che inevitabili si ripercuotono sugli umori, gli stati d’animo, il senso di fiducia. Non è servito troppo tempo per averne riscontro: et voilà, anche i sondaggi oggi lo dichiarano apertamente. I consumatori reagiscono in modo cupo alla realtà attuale che plasma le prospettive dei prossimi mesi.
Aprile 20220 come aprile 2020
Nel mese di aprile, l’indice del clima di fiducia dei consumatori si è così attestato al di sotto della media pluriennale, di ben cinque punti: un crollo di portata comparabile solo a quella che si era registrata all’inizio della pandemia, nella primavera 2020.
I prezzi in salita non aiutano
A compromettere oggi la situazione, vi sono fuor di dubbio i prezzi in salita che gravano e graveranno ancor più pesantemente sulle economie domestiche, con la complicità di un conflitto di cui non sembra prossima la fine. Ecco dunque che per i dodici mesi a venire il pessimismo è dichiarato da un sottoindice, pari a -21, che rimarca l’ansia nei confronti di quel che ci attende.
Debolezza economica, ma niente crollo
Eppure il sottofondo è un poco più ottimista rispetto a quello che aveva caratterizzato il primo periodo del Covid. Per la prima volta dopo oltre un anno, gli intervistati si aspettano un’evoluzione congiunturale debole, ma non un crollo economico pari a quello di due anni fa.
Acquisti importanti? Non ora
Il rincaro frena il potere d’acquisto delle economie domestiche. Il sottoindice relativo all’andamento della situazione finanziaria, −25 punti, ha toccato livelli analoghi a quelli delle fasi iniziali della pandemia: ciò significa che i consumatori sono oggi poco propensi ad acquisti importanti.
Il lavoro almeno è sicuro
Note positive, nella percezione della gente, vengono dal mercato del lavoro. Qui le valutazioni sono addirittura migliori rispetto a quelle dello scorso gennaio. Con −31 punti, ben al di sopra della media a lungo termine, gli svizzeri mostrano di confidare nella sicurezza del posto di lavoro, anche alla luce del fatto che di qui ad aprile 2023 le cifre della disoccupazione dovrebbero presentarsi più felici.
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