Dopo i chiarimenti su import ed export da e per la Russia, il Dipartimento federale dell’economia pubblica ha pubblicato lo scorso 19 settembre un nuovo allegato da inserire nelle domande di deroga.
Il Dipartimento federale dell’Economia interviene di nuovo sull’import-export dalla Russia. Dopo aver messo in chiaro quali sono i paletti per importazioni ed esportazioni anche per i territori colpiti dalla guerra in Ucraina, l’istituzione elvetica ha pubblicato un nuovo allegato per chi intende presentare domanda di deroga per la merce da e per la Russia.
A cosa serve il nuovo allegato e come si compila
La domanda per l’autorizzazione in deroga è necessaria per chi commercia beni e servizi nei Paesi coinvolti nel conflitto per consentire alle autorità elvetiche di verificare il rispetto della normativa in merito. La novità da parte del Dipartimento federale dell’Economia è la pubblicazione di un nuovo allegato, da compilare e presentare con la domanda compilato e firmato. L’indicazione di questo secondo documento è Allegato alla domanda di autorizzazione in deroga ai sensi dell’articolo 15, paragrafo 5 dell’ordinanza RS 946.231.176.72. Le informazioni richieste sono:
Titolo della richiesta in deroga, cioè il riferimento della domanda che si va a presentare;
Data della domanda;
Nome completo, contatti e indirizzo del soggetto richiedente;
Categoria di riferimento;
Caratteristiche del soggetto richiedente: si barra l’opzione valida per il proprio caso;
Rappresentanza. Nel caso il richiedente chieda a un legale di occuparsi della pratica, con indirizzo e contatti dello studio;
Riferimento legale della domanda;
Importo delle risorse da liberare;
Numeri di conto corrente del beneficiario e del mittente;
Eventuali riferimenti a cambi di valuta;
Descrizione dei fatti;
Motivazione;
Elenco degli allegati.
L’allegato si può scaricare dal sito ufficiale della SECO - Segreteria di Stato dell’economia, alla pagina dedicata.
Quali sono i divieti
I divieti si riferiscono a beni, prodotti finanziari e territori di importazione/esportazione. Quali sono? Per quanto riguarda i beni, sono vietati:
quelli a duplice impiego, militari, per rafforzamento militare e tecnologico o per lo sviluppo del settore della difesa e della sicurezza;
armi da fuoco, munizioni, esplosivi, pezzi pirotecnici e polvere da fuoco dalla Russia e dall’Ucraina importati;
prodotti siderurgici importati;
quelli per l’aviazione e l’industria spaziale;
quelli del settore energetico;
quelli di lusso in genere;
carbone, cemento, legno, fertilizzanti e caviale importati.
Sempre per i beni: cherosene, robot industriali e prodotti chimici non si possono esportare.
Dal lato dei prodotti finanziari, invece, c’è già il blocco di averi e risorse economiche, ma comunque serve la notifica di riferimento per questo blocco. Fino a oggi, la Svizzera ha congelato 7,5 miliardi di franchi svizzeri, oltre a 15 immobili. Resta il divieto di concedere mutui o prestiti alla Russia, oppure a fornire valori mobiliari, strumenti del mercato monetario, o ancora di sostegno finanziario a istituzioni russe.
I cittadini hanno l’obbligo di rifiutare conti deposito superiori ai 100 mila franchi da persone fisiche e giuridiche in Russia. I conti già presenti devono essere dichiarati alle Autorità. Non si possono effettuare transazioni con la Banca Centrale Russa, fornire servizi specializzati di messaggistica finanziaria e di rating del credito, trust o transazioni con imprese statali russe.
Infine, non si possono importare beni dai territori ucraini coinvolti nel conflitto senza una documentazione che attesti l’autorizzazione delle autorità ucraine, esportare certi beni e di fornire servizi in quelle zone e finanziare, partecipare, oppure offrire servizi in quei territori. La SECO ha richiesto anche il divieto di decollo e atterraggio per gli aerei russi e ha previsto sanzioni per chi viaggia.
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