Deutsche Bank: nuovo crollo in stile Credit Suisse o rapida ripresa? L’analisi

Matteo Casari

27/03/2023

27/03/2023 - 15:26

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L’ampio sell-off delle azioni delle banca tedesca ha portato tutti a pensare il peggio. Eppure i dati parlano chiaro: le differenze tra l’istituto di Francoforte e quello di Zurigo sono abbastanza nette.

Deutsche Bank: nuovo crollo in stile Credit Suisse o rapida ripresa? L'analisi

Deutsche Bank è l’ultima banca ad aver subito un sell-off dettato dal panico. Che si tratti del prossimo crollo come accaduto a Credit Suisse? Secondo i dati analizzati dagli esperti questa volta non sarà così, ecco perché.

Banche più piccole maggiormente in crisi

Le azioni di Deutsche Bank sono crollate fino a un minimo vicino al 15% venerdì, causando il panico sui mercati e lasciando presagire l’ennesimo crollo di una grande banca in poche settimane. Tuttavia, secondo l’opinione di diversi esperti riportata dalla Cnbc, è improbabile che la banca tedesca cada giù come successo a Credit Suisse.
Per capirlo, occorre partire dai movimenti degli investitori. Secondo i dati della Federal Reserve, nella settimana conclusa il 15 marzo, i clienti statunitensi hanno ritirato dalle banche 98,4 miliardi di dollari, pari a circa lo 0,6% dei depositi totali. Le banche più piccole hanno registrato un deflusso di 120 miliardi di dollari, mentre gli istituti più grandi hanno visto aumentare i depositi di 67 miliardi di dollari. Questo spiega che momentaneamente sono più le banche di dimensioni minori a soffrire di più la crisi del settore.

Scenario economico mondiale tra luci e ombre

I mercati statunitensi sono saliti venerdì, scrollandosi di dosso i rinnovati timori di un’estensione della crisi bancaria in Europa. Allo stesso tempo, però, i listini del Vecchio Continente sono calati quasi tutti di 2 punti percentuali. Oltre Deutsche Bank, anche altri istituti come Societe Generale ha perso il 6,13%, Barclays è crollata del 4,21% mentre BNP Paribas ha perso il 5,27%.
Il capo del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva ha dichiarato che i recenti crolli bancari hanno aumentato i rischi per la stabilità finanziaria. Tuttavia, il rimbalzo della Cina potrebbe rilanciare l’economia mondiale, ha aggiunto Georgieva. Secondo le stime del FMI, ogni aumento di un punto percentuale del prodotto interno lordo (Pil) cinese aggiunge 0,3 punti al Pil di altre economie asiatiche, con possibili riscontri anche nel resto del mondo.

L’attenzione dei mercati sul settore bancario

Questa settimana saranno pubblicati diversi dati economici importanti dagli Stati Uniti: le spese per i consumi personali, il sentiment dei consumatori e le vendite immobiliari. Ma le preoccupazioni per il sistema bancario domineranno probabilmente l’andamento dei mercati, con un’imprevedibile volatilità in vista.
Ora che le banche centrali di tutto il mondo hanno preso le loro decisioni sui tassi d’interesse, i mercati tornano a concentrarsi sul settore bancario. Nell’attuale atmosfera di tensione, tuttavia, la prudenza può rapidamente trasformarsi in paranoia. Proprio Deutsche Bank sembra essere l’ultima vittima del panico del mercato. Venerdì, dopo che il prezzo dei suoi credit default swap (CDS), una forma di assicurazione per gli obbligazionisti, è salito ai massimi dal 2018, gli investitori hanno scatenato un sell-off della banca tedesca.

Deutsche Bank non è Credit Suisse

Secondo gli analisti si tratterebbe di una mossa irrazionale. Deutsche Bank non è un altro caso Credit Suisse per due aspetti fondamentali. In primo luogo, si può dare un’occhiata alle relazioni del quarto trimestre. Deutsche Bank ha registrato un utile netto di 1,8 miliardi di euro, che le consente di raggiungere un utile netto annuale per il 2022 di 5 miliardi di euro. Credit Suisse, invece, ha registrato una perdita nel quarto trimestre di 1,4 miliardi di franchi svizzeri, portando la flessione annuale a 7,3 miliardi. Già a partire da questi dati la differenza tra le due banche europee non potrebbe essere più netta.
In secondo piano, il rapporto di copertura della liquidità di Deutsche Bank era del 142% alla fine del 2022, il che significa che la banca disponeva di attività liquide più che sufficienti a coprire un improvviso deflusso di denaro per 30 giorni. D’altro canto, la banca svizzera è scesa al di sotto dei requisiti normativi di liquidità durante il 2022.
Queste analisi portano gli esperti a sostenere che il colosso bancario tedesco potrebbe riprendersi più o meno facilmente senza manovre drastiche, come l’acquisto di credit Suisse da parte della rivale Ubs.

Le borse rimbalzano in alto

Mentre l’episodio di Deutsche Bank ha colpito duro i mercati europei venerdì, questi si sono mostrati già in ripresa nell’apertura di lunedì, continuando su questa linea nel corso della giornata. A metà pomeriggio, il FTSE MIB è in rialzo dell’1,31%. Il DAX si trova ugualmente in guadagno a +1,36%, così come il CAC 40 che segna +1,11%. A Londra, il FTSE 100 si trova invece in crescita dell’1,06%. Il titolo della banca tedesca, a metà pomeriggio, è in risalita del 6,46% a 9,09 euro per azione.
Gli investitori statunitensi erano sembrati meno preoccupati già al termine della scorsa settimana. Infatti, i principali indici sono saliti, non solo per la giornata, ma anche nell’arco dei 5 giorni. Il Dow Jones è salito dello 0,41%, con un guadagno analogo su base settimanale. L’S&P 500S&P500è salito dello 0,56%, contribuendo a un aumento settimanale dell’1,4%. Il Nasdaq ha aggiunto invece lo 0,31%, chiudendo la settimana in rialzo dell’1,6%.

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