Le dimissioni sono avvenute a seguito del rifiuto da parte della coalizione di centrodestra di offrirle un ruolo rilevante all’interno del nuovo governo o nella gestione delle Olimpiadi invernali.
Solamente qualche giorno fa aveva rassegnato le dimissioni da vicepresidente e assessora alla Sanità della Regione Lombardia, guidata dalla Lega. A poche ore di distanza, Letizia Moratti ha dichiarato che correrà per la presidenza alle prossime elezioni regionali 2023 in Lombardia, come candidata dei partiti Azione, di Carlo Calenda, e Italia Viva, di Matteo Renzi, il cosiddetto Terzo polo.
«Per rispetto dei cittadini, con senso di responsabilità e in considerazione del delicato momento socio-economico del Paese, ho atteso l’esito delle elezioni politiche e la formazione del nuovo Governo per rendere nota la mia posizione - ha spiegato Moratti durante una conferenza stampa al Pirellone a Milano - Per questi motivi, e solo oggi, di fronte al venir meno del rapporto di fiducia con il presidente Attilio Fontana, annuncio la decisione di rimettere le deleghe di vicepresidente e di assessore al Welfare di Regione Lombardia».
Destra non più moderata
Le motivazioni della scelta sono poi trapelate in un’intervista al quotidiano italiano La Repubblica a cui ha dichiarato: «Questa è una destra che, a furia di alzare muri, ci chiude tutti in un recinto». «Ci vuole un approccio nuovo – ha proseguito –, una sintesi innovativa tra riformismo e pragmatismo».
La candidatura, spiega poi Moratti, nasce a partire dalla lista civica Lombardia Migliore, dal Terzo polo di Calenda e Renzi, ma anche da molte realtà civiche che hanno scelto di far parte del progetto.
La disponibilità di Moratti a candidarsi alla presidenza della Lombardia era già nell’aria da tempo. L’ipotesi è divenuta più concreta alle sue dimissioni, avvenute in seguito al rifiuto da parte della coalizione di centrodestra di candidarla come presidente o di darle un ruolo di rilievo al governo o nella gestione delle Olimpiadi invernali del 2026. Moratti era infatti stata nominata assessora regionale alla Salute in sostituzione di Giulio Gallera, accusato di non aver saputo gestire in modo efficiente l’emergenza sanitaria causata dal corovirus. Si dice che per convincerla ad accettare questo ruolo politico, in una giunta non più molto popolare, la Lega abbia promesso una candidatura a presidente alle successive elezioni regionali o conferendole qualche ministero nel nuovo governo.
Cosa farà il Pd?
Intanto, la coalizione di centrosinistra non sembra condividere questa novità. Sul fronte del Partito democratico (Pd), il segretario lombardo Vinicio Puluffo, a margine dell’assemblea sindacale convocata oggi a Milano, dichiara che la candidatura a presidente della Lombardia di Letizia Moratti «non è un’opzione e anche dall’assemblea è uscita. Non credo possa funzionare quando c’è qualcuno che decide anche per gli altri. Siamo disponibili a confrontarci ma non vogliamo imporre niente a nessuno né farci imporre niente da nessuno». Tuttavia non esclude a priori un’alleanza con la lista civica di Moratti, ma ribadisce l’assenza di sostegno da parte del Pd: «sono loro che si chiamano fuori, non dipende da noi».
Movimento 5 stelle
Il Movimento 5 stelle invece rivendica l’avvertimento riguardo ad Azione: «Non siamo noi ad aver lasciato la porta aperta per così tante settimane a gruppi come Azione – dice il capogruppo al Pirellone Nicola Di Marco -. Avevamo detto che il rischio era che si ripetesse quello che è successo a luglio, con Calenda che sbatte la porta al Pd e le forze progressiste che se ne vanno per la propria strada». E conclude: «Se c’è qualcuno che ci vuole seguire sui nostri temi e battaglie all’opposizione siamo disponibili, ma se qualcuno oggi vuole parlare con noi e domani con chi vuole candidare Moratti, allora non siamo disponibili a dialogare».
La sinistra alla ricerca di un buon programma
Il segretario regionale di Sinistra Italiana, Paolo Matteucci, si rivolge ai 5stelle: «Si opti per un programma ambiziosamente alternativo e un profilo di candidatura che lo rappresenti e sia in grado di recuperare i tanti cittadini lombardi che sfiduciati si astengono». E per parlando di Calenda e Renzi ha commentato: «evidentemente sono più interessati al loro progetto politico nazionale che a contenere al centrodestra il governo della Regione Lombardia».
Il commento della Lega
La Lega, dal canto suo, commenta la candidatura di Morati tramitte un Tweet in cui dice: «Ha fatto per anni il ministro, il sindaco e l’assessore col centrodestra, oggi va a sinistra e si candida con Renzi. Auguroni».
Ha fatto per anni il ministro, il sindaco e l’assessore col Centrodestra, oggi va a sinistra e si candida con Renzi.
Auguroni. pic.twitter.com/gbWzfmrRwT— Lega - Salvini Premier (@LegaSalvini) November 6, 2022
Meloni strapperà con Lega in Lombardia?
Rimane ora da capire chi sceglierà il centrodestra come papabile avversario. Meloni dovrà decidere se ricandidare il presidente uscente, il leghista Attilio Fontana o imporre un altro candidato. Con il rischio di compromettere gli equilibri all’interno della Lega, principale alleato di governo e principale partito di riferimento della Lombardia.
Carriera politica nel centrodestra
Nella sua carriera politica, Letizia Moratti si è da sempre schierata con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Tra il 1994 e il 1996, infatti, durante il primo governo del cavaliere, fu nominata presidente della Rai. Nel secondo governo Berlusconi, dal 2001 al 2006, ricoprì il ruolo di ministra dell’Istruzione. E tra il 2006 e il 2011 fu sindaca di Milano, eletta presidente con lo schieramento Casa delle Libertà, coalizione di centrodestra fondata da Berlusconi, insieme a due liste civiche, la Lista Moratti e la Lista giovani per Milano.
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