Il presidente della Bns è intervenuto in concomitanza del summit annuale di banche centrali e FMI in corso negli Usa.
«Le minacce all’indipendenza delle banche centrali, e quindi alla loro capacità di assolvere i propri mandati di politica monetaria, sono ancora presenti e assumono varie forme». Ha esordito così il suo discorso alla riunione annuale delle banche centrali e del Fondo monetario internazionale (FMI) a Washington, il presidente della Banca nazionale svizzera (Bns), Thomas Jordan.
Il suo discorso ha analizzato la situazione attuale, facendo riferimento alla storia recente, quella della pandemia. Ha sottolineato l’importanza dell’indipendenza delle banche centrali relativamente alle pressioni che governi, e mercati, tendono a esercitare, per calmierare le azioni di politica economica restrittiva.
«Il mandato delle banche centrali – ha sottolineato – è di assicurare la stabilità dei prezzi, comprendendo solitamente anche il sostegno dell’attività economica». Facendo riferimento all’inflazione ha puntualizzato che il suo aumento «è indesiderabile», perché «riduce il potere d’acquisto dei consumatori, colpendo in modo particolare le famiglie a basso reddito. Inoltre, causa distorsioni nei prezzi, che determinano un’errata allocazione delle risorse, e pertanto inefficienza. E poiché un alto tasso di inflazione tende ad accompagnarsi a una sua maggiore volatilità, esso accresce l’incertezza degli investimenti e di conseguenza i premi per il rischio. Per di più, abbattere un’elevata inflazione può essere molto costoso».
leggi anche
L’aumento dei tassi di interesse della Bns. Lunati, Supsi: è importante tutelare l’export
Anche in Svizzera l’indipendenza della Bns è a rischio
Poi ha fatto riferimento alla Svizzera, dove l’indipendenza della banca centrale è garantito dalla Costituzione. Alla Bns, ha aggiunto, «è affidato il compito di assicurare la stabilità dei prezzi tenendo conto dell’evoluzione congiunturale». «Salvaguardare l’indipendenza delle banche centrali è condizione essenziale affinché esse siano capaci di assolvere il proprio mandato».
Ha poi spiegato che «una reazione della politica monetaria più debole del necessario può causare un’inflazione superiore alle attese, la quale riduce il valore reale del debito pubblico». E ha marcato la linea di separazione tra i compiti della banca centrale e del governo, facendo riferimento agli interventi del panorama politico elvetico, con cui si domanda alla Bns di finanziare direttamente le spese pubbliche. In modo particolare, all’iniziativa popolare «Utili della Banca nazionale per un’AVS forte» promossa dall’Unione sindacale svizzera (USS) nella primavera del 2022 che chiede alla banca centrale elvetica di sovvenzionare la previdenza per la vecchiaia. Ribadendo che «la responsabilità per questi compiti spetta chiaramente al governo».
Banche centrali autodeterminanti
E indica la rotta da seguire: «deve rimanere chiara la linea di demarcazione fra politica monetaria e politica fiscale», per questo è necessario che «la banca centrale abbia un mandato ristretto, incentrato sul suo compito primario: assicurare la stabilità dei prezzi a medio termine». Deve poi «impedire che la politica monetaria sia usata indebitamente per finanziare lo Stato», «assicurare che la politica monetaria non sia impiegata in modo distorto, ed evitare così un "bias" espansivo di fondo».
Indipendenza necessaria per assolvere il proprio compito
«L’indipendenza delle banche – conclude – è di fondamentale importanza non per l’indipendenza in se stessa, ma in quanto presupposto per assolvere il loro mandato e servire la società nel suo insieme. L’indipendenza va difesa. E le banche centrali devono dimostrarsi meritevoli dell’indipendenza e della fiducia che sono state loro attribuite».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter