Quanto costerà la guerra di Putin al PIL della Svizzera? Lo rivela questa inchiesta

Redazione

01/03/2022

02/03/2022 - 09:27

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Quasi un terzo dei patrimoni privati russi si trova in Svizzera. Inoltre, secondo il rapporto economico sulla Russia pubblicato all’ambasciata svizzera, circa l’80% del commercio internazionale di materie prime russe è effettuato da fornitori di servizi finanziari svizzeri.

Quanto costerà la guerra di Putin al PIL della Svizzera? Lo rivela questa inchiesta

Il dato è dato per molto probabile. Lo rivela uno studio di BAK Economics, secondo cui l’invasione dell’Ucraina sta producendo delle ripercussioni anche sulle prospettive economiche di crescita del nostro Paese.
Nell’anno in corso e nel 2023, l’aumento del prodotto interno lordo svizzero potrebbe infatti essere ridotto di circa 0,5 punti percentuali. Questo a causa degli effetti economici indiretti prodotti dalla guerra in Ucraina, come la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione, che si prevede sarà maggiore di quanto preventivato finora.

Evento storico

L’attacco della Russia all’Ucraina è un evento storico che, senza alcun dubbio, segna un solco nella politica economica di tutto il mondo. Da una prima valutazione, sembra che già nel 2022 l’invasione russa potrebbe costare alla Svizzera circa mezzo punto percentuale sulla crescita del prodotto interno lordo.
Ma c’è di più: per il 2023, ci si aspetta inoltre un’altra perdita di slancio di una simile portata.

Crescita rallentata

Questo non significa che la Svizzera registrerà una recessione, bensì che la ripresa dalla crisi innescata dal Covid-19 sarà fortemente rallentata.
Gli esperti di BAK Economics stimano che al posto del 3% ipotizzato in precedenza, nel 2022 la crescita dovrebbe attestarsi a circa il 2,5%, mentre nel 2023 a circa l’1,5%, un dato chiaramente inferiore alla crescita potenziale.

L’effetto delle sanzioni

Le cause più importanti che spiegano questo rallentamento della crescita economica sono di natura indiretta. Vanno però considerati anche gli effetti diretti prodotti dalle sanzioni economiche imposte alla Russia, che la escludono dal sistema commerciale e finanziario mondiale in molti settori.
L’inflazione svizzera, che è già chiaramente tornata a mostrare dei valori positivi, rimarrà alta a causa dell’aumento dei prezzi relativi alle fonti energetiche e agli alimenti. Nonostante ciò, BAK Economics prevede che nel 2022 il tasso d’inflazione svizzero rimarrà mediamente ancora sotto il 2%, pur avvicinandosi a questo limite.

Rincari alle stelle

I prezzi record dell’energia e del carburante sono inoltre un elemento significativo che influenza la fiducia dei consumatori, a cui si aggiunge il calo dei prezzi sui mercati finanziari e l’incertezza generale sugli sviluppi futuri del conflitto, i quali causano un ulteriore effetto indiretto di rallentamento.
Le sanzioni imposte alla Russia elimineranno invece in maniera diretta alcune opportunità di business. Va però sottolineato che le esportazioni svizzere di beni verso la Russia rappresentano solo poco più dell’1% del totale (quota dell’Ucraina: 0,2%) e che la Russia e l’Ucraina rappresentano ciascuna circa lo 0,1% delle importazioni. Le relazioni commerciali con entrambi i paesi non sono quindi decisive per lo sviluppo economico svizzero.

Settori a rischio

Tuttavia, in alcuni casi, ci si devono aspettare perdite significative, come ad esempio nei settori della gestione patrimoniale, del commercio di materie prime e del turismo.
Basti pensare che quasi un terzo dei patrimoni privati russi si trova in Svizzera. Inoltre, secondo il rapporto economico sulla Russia pubblicato all’ambasciata svizzera, circa l’80% del commercio internazionale di materie prime russe è effettuato da fornitori di
servizi finanziari svizzeri
.
Sul fronte turistico, in termini di pernottamenti, nel 2019 la quota di cittadini russi nelle strutture d’accoglienza svizzere è stata di circa lo 0,9%. Tuttavia, questi ospiti spendono solitamente circa il 25% in più della mediana delle spese di tutti i turisti.

Analisi e valutazioni

Oltre alla valutazione degli effetti economici immediati, è già possibile formulare delle prime riflessioni relative ai cambiamenti a medio e lungo termine. Gli imminenti sconvolgimenti nel panorama politico avranno probabilmente notevoli conseguenze pure in ambito economico. L’accoglienza e l’integrazione di - si calcola - milioni di rifugiati ucraini, il forte aumento delle spese per la difesa o la ristrutturazione di strutture di approvvigionamento energetico e di estrazione e lavorazione di materie prime sono associati a costi elevati, i quali riducono il potenziale di crescita e saranno eventualmente finanziati, almeno per il momento, da ulteriori aumenti del
debito pubblico.

Innovazione e cooperazione

Sono inoltre probabili anche cambiamenti nella direzione della politica dell’innovazione e nella cooperazione globale fra i diversi paesi. Anche se molti aspetti restano tuttora da chiarire, i cambiamenti economici e sociali innescati dall’invasione russa avranno probabilmente un impatto chiaramente negativo sul livello a lungo termine dell’economia e della
prosperità.

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