Domenica 25 settembre: mentre la Svizzera si pronuncia su pensioni, animali e fiscalità, l’Italia elegge il nuovo governo. Ma attenzione: i residenti all’estero dovranno votare per posta entro il 21 settembre.
Tempo di voto in entrambi i Paesi, Svizzera e Italia, alle urne in contemporanea il prossimo 25 settembre: da una parte per esprimersi su riforma delle pensioni, benessere degli animali e fiscalità delle imprese; dall’altra per decidere di quale colore sarà il prossimo governo. Una coincidenza temporale che diventa ancor più suggestiva se si guarda a chi, residente in Svizzera, è però cittadino italiano con diritto di scegliere i propri rappresentanti politici in patria: circa 625mila persone iscritte all’anagrafe degli italiani residenti all’estero, il numero più alto dopo Germania, 743.600 e Argentina, ben oltre 868mila.
Dodici eletti nella Circoscrizione Estero
Si trova dunque nella Confederazione oltre il 10% degli italiani all’estero aventi diritto, in totale 5.806.068 alla data del 31 dicembre 2021. Vale a dire che, se le proporzioni e le proiezioni non mentono, le sorti di almeno uno dei dodici eletti in Parlamento dalla Circoscrizione Estero sono nelle mani di chi oggi abita in Svizzera.
Sei parlamentari in meno del passato
Otto deputati, quattro senatori, invece dei 12 e 6 stabiliti nel 2001 dagli articoli 56 e 57 della Costituzione ed eletti per la prima volta nel 2006: la riforma del 2020 ha tagliato anche il numero dei parlamentari all’estero, da scegliere quest’anno fra 44 candidati alla Camera dei Deputati e 11 al Senato della Repubblica. La ripartizione è ben definita e legata alla geografia: alla Circoscrizione Europa, con i suoi 3.189.905 italiani, ben 3 deputati e 1 senatore; 2 deputati e 1 senatore rispettivamente per il Sudamerica (1.804.291) e il Nordamerica (505.567), mentre ai tre restanti continenti, che insieme superano di poco le 300mila unità (306.305), restano 1 deputato e 1 senatore soltanto, individuati in ogni caso con il proporzionale e il sistema delle preferenze.
Si vota a casa dentro busta preaffrancata
Chi ne avesse fatta richiesta, scadenza il 31 luglio, e non avesse ancora ricevuto il plico elettorale, ha ancora una settimana di tempo per rimediare. Già, perché la data del 25 settembre non inganni: fuori dai confini modalità e termini sono differenti. Il voto è già in corso e le schede dovranno essere restituite al proprio ufficio consolare entro mercoledì 21 settembre, ore 16, per posta, in busta pre-affrancata e allegata alle altre schede necessarie già ricevute. Nulla a che spartire con una domenica di sole e voglia di evasione che abitualmente tiene lontani dai seggi, dove invece è necessario recarsi fisicamente, una fetta troppo elevata di popolazione.
L’astensionismo in Svizzera (e altrove): 70%
Eppure, si stima che l’astensionismo sarà altissimo anche qui. Addirittura del 70%, ma né più né meno che in linea con quanto accadrà anche nel resto del mondo. Da sempre, infatti, la partecipazione degli italiani all’estero si aggira, e di norma non supera, il 30%, che per la Svizzera significa circa 200mila persone a essere ottimisti.
L’alternativa: tornare al proprio comune
E se qualcuno invece preferisse dire la sua nel segreto dell’urna invece che affidare il suo pensiero a un ufficio di corrispondenza? Possibile, a patto che abbia dato indicazioni in tal senso sempre entro il 31 luglio scorso. Potrà recarsi cioè al proprio comune di origine e lì votare, come se non se ne fosse mai andato. Previste agevolazioni tariffarie sui trasporti per rientrare in Italia, ma nessun rimborso per le spese residue da sostenere per esercitare appieno il proprio diritto.
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