Dopo la notizia, le quotazioni della piattaforma che cinguetta hanno guadagnato il 22%.
Elon Musk ha cambiato ancora una volta idea. Stando a un deposito normativo di martedì, sarebbe intenzionato ad acquistare Twitter per $54,20 per azione. A dare la notizia, l’agenzia di stampa Bloomberg, che ha innescato uno stallo nelle quotazioni della piattaforma social, a cui ha fatto seguito un guadagno del 22%.
La società ha poi dichiarato di aver ricevuto la lettera, in cui nero su bianco, viene ribadita “l’intenzione di chiudere la transazione a $54,20 per azione”. L’accordo finale potrebbe arrivare già venerdì, hanno detto alcune fonti alla CNBC.
Documento presentato alla SEC
La CNBC scrive che il documento presentato alla Security and Exchange Commission (SEC) dichiara che il patron di Tesla abbia inoltrato una lettera al social network lunedì, notificando la sua intenzione di procedere con la transazione concordata il 25 aprile, giorno in cui era stato annunciato pubblicamente.
In seguito, la valutazione di Twitter per 44 miliardi di dollari e il tentativo da parte di Musk di sottrarsi alla sua stessa proposta, informando ufficialmente la società a luglio delle sue intenzioni a rescindere l’accordo. La cronaca poi parla di una citazione in giudizio per Musk per costringere Musk a rispettare l’accordo e portare a termine l’acquisto. Il processo si sarebbe dovuto svolgere alla Delaware Chancery Court il prossimo 17 ottobre.
Troppi bot e profili falsi
Il passo indietro di Musk era stato causato, a detta dello stesso signor Tesla, perché Twitter aveva dichiarato un errato numero di spam e bot presenti sulla piattaforma. Insieme ai suoi avvocati aveva affermato che Twitter stava fuorviando gli investitori fornendo numeri falsi nei documenti aziendali depositati alla SEC.
Dal canto suo, Twitter ha ribattuto che si trattava di un malinteso e che le accuse di frode erano infondate. Secondo la società, insomma, era un tentativo da parte di Musk per rallentare la data del processo, istanza respinta dalla cancelliera del Dalaware, Kathaleen McCormick, poiché «anche un ritardo di quattro settimane rischierebbe di arrecare a Twitter un danno troppo grande da giustificare».
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