"In periodi di forte crisi, come durante la pandemia, la dittatura funziona meglio della democrazia".
Etica, Finanza e Impresa. Il Capitale Umano come valore. Il decadimento economico secondo Ettore Gotti Tedeschi
«L’economia non è una scienza, non si possono prevedere le conseguenze delle decisioni prese. Per questo il sistema economico ha fallito». Nella serata del 7 ottobre, la Città di Lugano ha ospitato la conferenza “Etica, Finanza e Impresa. Il Capitale Umano come valore”. Ospite della serata, Ettore Gotti Tedeschi, uno dei più brillanti e autorevoli economisti italiani.
Viviamo nel “transumanesimo”
In una delle sale conferenze del Municipio luganese, Gotti Tedeschi, in una discussione aperta con i partecipanti moderata da Roberto Manzi, ricercatore all’Università della Svizzera Italiana (USI), ha offerto la propria visione e le proprie opinioni riguardo al percorso dell’economia mondiale, culminato con lo scenario di forte incertezza odierno.
L’analisi
«Oggi viviamo in un’epoca inquietante ma allo stesso tempo estremamente interessante. Si sta definitivamente spodestando il riferimento a un’entità divina, sostituendolo con la scienza. Questo periodo si chiama “transumanesimo”. Consiste nella cancellazione del libero arbitrio, considerato il più grande errore dell’umanità perché non è razionale. La ricerca di oggi del digitale, di qualcosa basato su un algoritmo, deriva da questo, dalla ricerca della razionalità». Parole forti, sagge, ma allo stesso tempo anche con un taglio inquietante quelle dell’economista italiano".
Il fallimento del consumismo
«Dagli anni ’70 in poi - ha aggiunto Gotti Tedeschi -, il sistema economico occidentale è stato il progetto del cosiddetto “nuovo ordine mondiale”» secondo il relatore ben lontano da essere una fantasia complottista. «Gli ultimi 50 anni hanno cambiato il mondo drammaticamente. Nel ’68 viene cancellata l’autorità, e il più grande potere mondiale decide di ripianificare l’ordine delle cose, con lo scopo di rendere tutti felici e ricchi».
Nuovo ordine
Secondo l’economista, il “nuovo ordine mondiale” si basava su due principi: «Il primo è che il mondo va globalizzato, le varie culture vanno omogeneizzate in un’unica grande cultura» e in secondo luogo i potenti erano convinti che, per creare ricchezza andasse fermata la crescita demografica «facendo crollare le nascite». I dati esposti da Gotti Tedeschi non mentono: se negli anni ’70, con una popolazione di 4 miliardi di persone, 1 miliardo viveva in occidente e il restante nel resto del globo, oggi degli 8 miliardi della popolazione mondiale, sempre 1 miliardo soltanto vive nei Paesi occidentali.
«Lo scopo di questo sistema economico si basava sull’aumento dei consumi individuali, l’introduzione del cosiddetto “consumismo”. Tuttavia, per poter aumentare il potere d’acquisto dei cittadini bisognava risparmiare sulla manodopera, e per questo l’occidente ha cominciato a esportare in altri Paesi la propria produzione, risparmiando e guadagnando molto di più sulle vendite». E a detta di Gotti Tedeschi questo sistema non ha saputo reggere, con la popolazione occidentale che, non riuscendo più a creare ricchezza, ha fato collassare il sistema economico con la crisi del 2008.
La strada per il futuro
Ettore Gotti Tedeschi ha ripetuto più volte nel corso della conferenza il proprio mantra: «L’economia non è una scienza. Poiché nessuno è in grado di prevedere con anticipo le conseguenze delle decisioni prese. E questo perché siamo uomini, e ci piace inseguire delle utopie».
Una visione abbastanza pessimistica quella dell’economista italiano, che tuttavia lancia le sfide che secondo lui sono le più importanti per il futuro: «Si parte certamente da uno scenario difficile. La soluzione dovrebbe basarsi su due punti: il primo è trovare il modo di ritornare a un rapporto nascite/morti almeno in parità, per risollevare la crescita economica, mentre si cerca di mantenere sostenibile l’ambiente. L’altro aspetto è agire sullo sviluppo incontrollato della tecnologia: se è vero che molti comfort offerti dal progresso sono per noi oggi irrinunciabili, dall’altra parte un’eccessiva automazione delle attività umane farà diminuire i posti lavoro, non permettendo di creare ricchezza per la popolazione. In entrambi i casi la strada è davvero dura».
Infine, in risposta a una domanda in merito, Gotti Tedeschi non crede che possa nascere una nuova visione, un nuovo sistema economico basato su valori lontani da quelli occidentali, in grado di far ripartire l’economia mondiale: «Non credo che la scossa possa arrivare dalla Cina. Questo Paese ci ha però insegnato una lezione: in periodi di forte crisi, come durante la pandemia, la dittatura funziona meglio della democrazia. Tuttavia, in termini economici, anche la Cina è oggi basata sul consumismo, e quindi vuole aumentare la ricchezza degli individui. Per farlo si basa sul solito sistema, aumentando i costi, diminuendo la competitività, con l’unico scopo di raggiungere il “breakeven americano”».
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