Annunciata e vigorosa, la decisione della Federal Reserve di alzare i tassi di interesse di 0,75 punti percentuali ha fatto precipitare ulteriormente la moneta unica, che già ieri aveva avuto una giornata difficile. Oggi decide anche la Bns.
Una decisione annunciata, alzare i tassi di interesse dello 0,75%, e una conseguenza prevista: l’euro, già precipitato dopo le dichiarazioni di Putin e il deteriorarsi ulteriore delle relazioni Russia-Occidente, ha perso ancora terreno. E, ancor peggio, rischia di continuare il suo declino anche oggi. Dopo essere arrivato a 0,955 sul franco, ieri intorno alle 14, in serata è stato scambiato a 0,95125 franchi, nuovo minimo storico.
Il terzo rialzo consecutivo della Fed
In calo ovviamente anche il dollaro Usa, arrivato a 0,9635 franchi dopo lo 0,9647 del tardo pomeriggio. Complice la decisione vigorosa, ma attesa, della Federal Reserve, che nella lotta contro l’inflazione ha incrementato il tasso di interesse di riferimento di 0,75 punti percentuali per la terza volta consecutiva, portandolo al livello più alto in 14 anni.
Anche la Bns pronta oggi al rialzo dei tassi
È peraltro improbabile che la discesa dell’euro nei confronti del franco si sia chiusa ieri sera, con la decisione americana, o che si fermi in tempi brevi. Anche perché, oggi, è previsto un significativo rialzo dei tassi d’interesse da parte della Banca Nazionale Svizzera, stimato in 0,75 punti percentuali. L’effetto, secondo gli specialisti, sarà di incoronare ancora meglio il franco come moneta rifugio.
La Fed promette ulteriori interventi entro l’anno
Inoltre, non è finita neppure in America: la Federal Reserve ha infatti dichiarato che ulteriori rialzi dei tassi di interesse saranno «appropriati», vista la correzione continua e peggiorativa delle aspettative. Tradotto, la Fed introdurrà ulteriori rialzi di circa 1,20 punti percentuali entro dicembre, ha spiegato Thomas Gitzel, capo economista di VP Bank: «Non si può quindi escludere che ulteriori aumenti di 0,75 punti percentuali ciascuno saranno all’ordine del giorno delle restanti due riunioni sui tassi di interesse di quest’anno. Questo spaventa i mercati finanziari, perché un tale approccio basato sulla ricerca non è stato previsto finora».
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