Le nazioni più colpite sono Francia e Germania.
“Con gli indici dei prezzi che rimangono estremamente forti, l’Eurozona sembra essere entrata in un periodo di stagflazione”, si è espresso così Jack Allen-Reynolds, economista di Capital Economics in merito ai dati sul manifatturiero diffusi nella giornata di oggi.
Cartina tornasole di un’espansione economica in contrazione nell’Eurozona, gli indici PMI hanno evidenziato un ulteriore rallentamento in questo mese di giugno. La domanda ridotta e i prezzi in continuo rialzo hanno fatto registrare valori minimi che non si toccavano da 16 mesi. E, come se non bastasse, la battuta di arresto più grave l’hanno avuta due delle maggiori economie europee: Francia e Germania. In quest’ottica gli indici azionari hanno segnato un ulteriore ribasso, mentre nel frattempo l’euro si è indebolito, passando di mano a 1,0497 dollari, in ribasso dello 0,7% e a 0,9921 franchi, in flessione dello 0,5%, poco distante dalla parità.
Dati manifatturiero
Segnali che lasciano intuire risultati ben al di sotto delle aspettative da parte degli economisti per l’indice PMI composito. Secondo le stime preliminari di IHS Markit, l’indice PMI manifatturiero è sceso a giugno a 52 punti (minimo in 22 mesi) dai 54,6 precedenti, risultando inferiore ai 53,9 punti attesi dagli analisti. Per la prima volta da marzo 2021 i nuovi ordini di servizi e di beni non sono cresciuti, attestando così l’indice PMI del segmento a 52,8 punti (minimo in 5 mesi) rispetto ai 56,1 precedenti e ai 55,5 punti attesi. Il che lascia desumere una domanda in arresto e aspettative riservate per l’anno prossimo da parte delle imprese ai minimi da ottobre 2020.
Con queste premesse, il PMI composito non può risultare se non indebolito: a giugno si è attestato infatti a 51,9 punti, lontano dal 54,8 registrato lo scorso mese e dalla soglia dei 54 punti previsti dagli analisti.
Secondo S&P Global la produzione delle fabbriche «è stata limitata dalla diffusa carenza di forniture» causata dalla guerra in Ucraina e dalla politica “Zero Covid” in Cina. Portando la pressione sui prezzi all’interno dell’Eurozona a livelli record.
Rallenta crescita in Germania e Francia
Oggi gli indici PMI hanno mostrato soprattutto una franca diminuzione delle attività in due delle maggiori economie europee: Germania e Francia.
La Germania è quella che mostra il peggioramento più marcato del PMI manifatturiero: da 54,8 a 52 punti, scivolando al di sotto della soglia dei 54 punti. In calo anche il PMI servizi a 52,4; il mese scorso era a 55 e gli analisti si aspettavano 54,5. «L’economia tedesca ha perso praticamente tutto lo slancio guadagnato dall’allentamento delle restrizioni Covid - ha affermato l’economista di S&P Global Phil Smith in un comunicato - Ma forse il principale motivo di preoccupazione è un calo generalizzato della domanda».
In Francia, il PMI manifatturiero da 54,6 si attesta a 51 (54 quanto atteso), e il PMI servizi dal precedente 58,3 e dall’atteso 57,6 è arrivato a quota 54,4. La fiducia tra le imprese francesi è diminuita fino ad arrivare al livello più basso degli ultimi 19 mesi. Gli imprenditori ora si lamentano, l’incertezza cresce sempre di più, all’indomani della perdita del controllo dell’assemblea nazionale nelle elezioni dello scorso fine settimana da parte del presidente Emmanuel Macron.
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