Il presidente della Fed ha lasciato intendere che molto probabilmente
L’incertezza che regna tra le banche non è stata sufficiente a fermare la Federal Reserve, che mercoledì ha deciso di alzare ancora una volta i tassi di interesse. L’aumento è di 25 punti base, portandoli così in una forchetta compresa tra il 5 e il 5,25%. Si tratta del decimo aumento consecutivo, in linea con l’incremento deciso a marzo.
Il ciclo dei tassi di interesse, il ritmo più veloce di inasprimento dall’inizio degli anni ’80, è stato applicato dalla Fed con lo scopo di raffreddare l’inflazione, ma ora a pagarne le spese sono soprattutto i consumatori che per accedere ai prestiti devono pagare tassi da record.
Watch Chair Powell’s statement from the #FOMC press conference:
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Full video: https://t.co/2AFxDFSLoo
Press Conference materials: https://t.co/CxqhrF5WAu— Federal Reserve (@federalreserve) May 3, 2023
Prevista una pausa dai rialzi?
Durante la conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha dichiarato che «oggi (mercoledì 3 maggio) non si è deciso per una pausa» dall’inasprimento della politica monetaria, ma è trapelata l’ipotesi che l’atteggiamento futuro potrebbe essere diverso.
D’altro canto, nel comunicato stampa diffuso dall’istituto centrale americano, non si fa accenno a un futuro nuovo aumento. Ciò potrebbe lasciare intendere che i suoi banchieri stiano valutando a uno stop per valutare l’evolvere e gli effetti del rincaro del costo del denaro.
La nota stampa ha catturato l’attenzione non tanto per il suo contenuto, quanto per quello che manca. Nella precedente, si poteva leggere la frase «il Comitato prevede che un ulteriore irrigidimento delle politiche potrebbe essere appropriato» affinché la Fed potesse raggiungere il suo obiettivo di inflazione del 2%, mentre ieri non c’era.
Nel comunicato si legge, inoltre, che la Fed «terrà conto dell’inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui influisce sull’attività economica e sull’inflazione e degli sviluppi economici e finanziari».
Continua la lotta all’inflazione
Aspetto che non è passato inosservato ai mercati. Per gli investitori è un segnale importante, date le persistenti preoccupazioni sulla crescita economica e con l’ennesima crisi bancaria che ha scosso Wall Street.
«L’inflazione - ha detto Powell - si è leggermente moderata dalla metà dello scorso anno, tuttavia le pressioni inflazionistiche continuano a essere elevate e il processo per riportare l’inflazione al 2% ha ancora molta strada da fare». Il mercato del lavoro si è mostrato ancora resiliente.
Read Chair Powell's full opening statement from the #FOMC press conference (PDF): https://t.co/r9YWotMiwt pic.twitter.com/iatZHTnKRB
— Federal Reserve (@federalreserve) May 3, 2023
La crisi bancaria non ferma la Fed
I primi effetti dell’innalzamento dei tassi di interesse si stanno apprezzando, aggravando in particolare i problemi bancari. La Fed ha deciso ancora una volta di concentrarsi sull’inflazione. Questo però apre la porta alla possibilità di una recessione. Per questo, secondo i mercati, l’istituto sarà costretta a tagliare i tassi entro la fine dell’anno.
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