Ma rimane l’incertezza dettata dalla situazione politico-economica internazionale.
A inizio 2022 la ripresa dell’economia svizzera dopo la pandemia da coronavirus è proseguita a ritmo sostenuto, ma dal terzo trimestre dovrebbe rallentare considerevolmente a causa dei problemi persistenti nelle catene di fornitura, dell’elevata inflazione e di una politica monetaria generalmente più restrittiva.
Per questo, secondo le cifre della statistica finanziaria pubblicate stamane dall’Amministrazione federale delle finanze (Aff) si prevede per Confederazione, Cantoni, Comuni e assicurazioni sociali un’eccedenza di 1,3 miliardi di franchi, a fronte di uscite stabili e di entrate più consistenti. Mentre dal 2023, il debito dovrebbe tornare a diminuire.
Sviluppi internazionali
Le previsioni, tuttavia, dipendono dalle ripercussioni degli sviluppi internazionali e quindi presentano un certo grado di incertezza. La pandemia di Covid-19 ha innescato la peggior crisi economica degli ultimi decenni e nel 2020 le finanze delle amministrazioni pubbliche hanno chiuso con un disavanzo record di 21,3 miliardi di franchi.
leggi anche
Cantone, presentato il preventivo per il 2023: perdita da 80 milioni e incognite sulla Bns
Nel 2020 deficit del Pil
Il deficit del 3,1% del prodotto interno lordo (Pil) ha riguardato principalmente i settori parziali Confederazione e Cantoni. Gran parte delle uscite supplementari sono state impiegate per sostenere i redditi e preservare i posti di lavoro tramite misure straordinarie come l’indennità di perdita di guadagno e per lavoro ridotto, nonché per finanziare misure di carattere sanitario, come l’acquisto di materiale sanitario e test Covid-19. Nel 2021 le misure di stabilizzazione sono state completate con aiuti per i casi di rigore erogati alle imprese al fine di sostenere i settori particolarmente colpiti. Nonostante il contestuale aumento del gettito fiscale di tutti e quattro i settori parziali, nel 2021 l’onere per le amministrazioni pubbliche (in particolare della Confederazione) è rimasto molto elevato.
Per quest’anno si prevede un deficit dello 0,5% del Pil
Il deficit dell’insieme delle amministrazioni pubbliche ammonterà presumibilmente allo 0,5% del Pil. Sulla scia della ripresa dell’economia svizzera tra la fine 2021 e l’inizio del 2022, nel corso del 2022 la situazione finanziaria delle amministrazioni pubbliche dovrebbe migliorare.
La situazione è sotto controllo anche grazie al fatto che parte dei mezzi finanziari messi in campo per attenuare le conseguenze della pandemia non sono stati utilizzati. A contribuire anche la solida crescita del gettito fiscale dei Cantoni e dei Comuni che contribuiscono in misura importante all’evoluzione positiva delle finanze dell’intero settore delle amministrazioni pubbliche. Grazie agli elevati saldi finanziari positivi dei Cantoni e delle assicurazioni sociali, per l’insieme delle amministrazioni pubbliche è prevista un’eccedenza pari allo 0,2% del Pil. Allo scopo di finanziare le misure di vasta portata adottate per far fronte alla pandemia di Covid-19 nel periodo 2020–2022, pari a circa 40 miliardi di franchi, le amministrazioni pubbliche hanno utilizzato la liquidità disponibile e aumentato il loro debito. Secondo le stime attuali, nel biennio 2022/2023 il capitale di terzi per l’insieme delle amministrazioni pubbliche (in particolare a livello di Confederazione) dovrebbe continuare ad aumentare in termini nominali e raggiungere un nuovo record di 324 miliardi. Per contro, grazie alla migliore performance economica, la quota di capitale di terzi dovrebbe diminuire già dal 2023.
leggi anche
La Bns punta sul rafforzamento del franco: tra luglio e settembre venduti 5 milioni in valuta estera
L’incertezza del futuro
La maggiore incertezza per le finanze pubbliche è legata al fatto che la situazione economica potrebbe peggiorare a causa delle conseguenze degli sviluppi internazionali. Se la situazione perdurerà significa che vi sarà un aumento delle uscite delle amministrazioni pubbliche (ad es. per l’aiuto umanitario, la difesa, i combustibili, l’energia e le uscite finanziarie) e una diminuzione delle entrate fiscali, il che graverebbe sulle finanze pubbliche. Inoltre, con l’annuncio da parte della Bns di una perdita di 95,2 miliardi di franchi per il primo semestre 2022, non vi sono certezze per la Confederazione e i Cantoni sull’ammontare della distribuzione dell’utile della Bns.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter