Grazie ai saldi finanziari positivi dei Cantoni e delle assicurazioni sociali, è prevista un’eccedenza pari all’1% del PIL.
Dal 2023 il debito dovrebbe tornare a diminuire. È quanto emerge dalle ultime cifre della statistica finanziaria pubblicate dall’Amministrazione federale delle finanze (AFF). Le previsioni, tuttavia, dipendono dalle ripercussioni degli sviluppi nazionali e internazionali e quindi presentano un certo grado di incertezza.
Il conto di finanziamento dell’insieme delle amministrazioni pubbliche (Confederazione, Cantoni, Comuni e assicurazioni sociali) atteso per il 2023 indica un risultato annuo appena positivo: 0,8 miliardi a fronte di uscite crescenti e con un’economia
che in Svizzera si mantiene inferiore alla media.
La coda lunga della pandemia
Le analisi parlano chiaro. La pandemia di COVID-19 ha innescato la peggior crisi economica degli ultimi decenni, portando le finanze delle amministrazioni pubbliche nel 2020 a chiudere con un disavanzo record di 21,3 miliardi di franchi. Nel 2021 le misure di stabilizzazione sono state completate con aiuti per sostenere i settori particolarmente colpiti.
Nel corso del 2022 la situazione finanziaria delle amministrazioni pubbliche è migliorata e parte dei mezzi finanziari stanziati per attenuare le conseguenze della pandemia non è stata utilizzata.
Grazie ai saldi finanziari positivi dei Cantoni e delle assicurazioni sociali, è prevista un’eccedenza pari all’1% del PIL.
L’origine del debito
Per finanziare le misure adottate per far fronte alla pandemia di
COVID-19 nel periodo 2020–2022, pari a circa 37,4 miliardi di franchi, le amministrazioni pubbliche hanno utilizzato la liquidità disponibile e aumentato il loro debito. Secondo le stime attuali, il capitale di terzi per l’insieme delle amministrazioni pubbliche dovrebbe continuare ad aumentare in termini nominali e raggiungere nel 2023 un nuovo record di 325 miliardi. Per contro, grazie alla crescita del PIL, la quota di capitale di terzi sta diminuendo già dal 2021.
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