Protezione dati: il GDPR non soddisfa le imprese europee. In Svizzera nuova legge nel 2023

Matteo Casari

05/10/2022

05/10/2022 - 10:57

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Secondo alcuni imprenditori tedeschi, il regolamento europeo sulla protezione dei dati non è pienamente efficace. Nel frattempo la Svizzera procede a tutelarsi con la nuova legge federale, che entrerà in vigore tra un anno.

Protezione dati: il GDPR non soddisfa le imprese europee. In Svizzera nuova legge nel 2023

Il General Data Protection Regulation (GDPR), il regolamento europeo sulla protezione dei dati, secondo alcuni ancora non soddisfa a dovere il suo scopo. Il 70% delle aziende tedesche non vede ancora una protezione dei dati uniforme a livello europeo a causa delle diverse interpretazioni del GDPR nei vari Stati membri dell’Unione europea (Ue). È quanto emerge da un’indagine commissionata dall’associazione digitale tedesca Bitkom, effettuata su 503 aziende, da 20 o più dipendenti, in Germania.

Cos’è il GDPR

Il GDPR sembra ancora lontano dall’obiettivo di creare regole uniformi per la protezione dei dati in Europa. Questo nonostante la stragrande maggioranza delle aziende abbia ormai implementato i requisiti del regolamento. Entrato in vigore nel maggio del 2018, il GDPR regola la gestione dei dati personali e della privacy senza necessità di leggi nazionali. La crescente e rapida digitalizzazione di diversi aspetti della vita comune di cittadini e imprese ha messo in luce la necessità di una normativa internazionale in materia di protezione dei dati. Il GDPR è nato proprio con questo scopo, ma dopo quasi 5 anni, secondo i dati dell’indagine di Bitkom, ancora non soddisfa a pieno i bisogni della popolazione e delle aziende europee.

Imprese non soddisfatte

Nel contesto dello studio, il 67% del campione apprezza il fatto che il GDPR stabilisca standard globali per il trattamento dei dati personali, con un’azienda su due (50%) che ritiene che il GDPR porterà a condizioni di parità all’interno dell’Ue. Tuttavia, il 70% non vede ancora una protezione dei dati uniforme in tutta l’UE a causa delle diverse interpretazioni del GDPR nei Paesi membri.
Anche dal punto di vista della propria azienda la situazione è prevalentemente critica. Il 40% non vede alcun vantaggio competitivo per la propria azienda sul mercato internazionale a causa del GDPR, con il 30% che vede addirittura degli svantaggi competitivi. Ciò contrasta con il 16% e il 13%, rispettivamente, che descrivono il GDPR come un vantaggio competitivo minore o maggiore. «L’idea del GDPR di creare un quadro uniforme di protezione dei dati con standard elevati per l’Europa era ed è ancora corretta» afferma Bernhard Rohleder, ceo di Bitkom, «Finora, tuttavia, non è stato possibile trarne i vantaggi competitivi spesso dichiarati».

La nuova legge sui dati in Svizzera

Il GDPR non riguarda direttamente l’economia e le imprese svizzere, a meno che queste non abbiano attività che coinvolgano altri Paesi membri dell’Ue. Nella Confederazione esiste invece la legge sulla protezione dei dati (LPD), da poco completamente rivista. Sono stati proprio alcuni conflitti tra le aziende svizzere e la dubbia giurisdizione del GDPR a fare pressioni sulla revisione della normativa.
La decisione è stata presa dal Consiglio federale nella seduta dello scorso 31 agosto e con la nuova revisione, garantisce la compatibilità con il diritto europeo: è importante chiarire che l’Ue continui a riconoscere la Svizzera come Paese terzo, con un livello adeguato di protezione dei dati e che i trasferimenti di informazioni transfrontaliere rimangano possibili anche in futuro senza condizioni aggiuntive.
Le disposizioni contenute nella nuova ordinanza relativa alla legge federale sulla protezione dei dati (OLDP) e nella nuova ordinanza sulle certificazioni in materia di protezione dei dati (OCPD) entreranno in vigore il 1° settembre 2023. In questo modo l’economia ha il tempo sufficiente per prendere le disposizioni necessarie per l’attuazione della nuova legge, come annunciato ufficialmente dalla Confederazione.

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