Il Fmi prevede che sarà l’unica tra gli oltre 20 Paesi e regioni esaminati in cui la produzione è destinata a diminuire entro la fine del 2023.
La più grande economia dell’Eurozona, la Germania, si sta trasformando nel grande malato e sta mettendo a dura prova la regione.
La notizia poco rassicurante di un Pil pari a crescita zero nel secondo trimestre 2023, a cui oggi si è aggiunta una produzione industriale ulteriormente in rallentamento dell’1,5% su base mensile ha innescato il dibattito dal parte del governo federale per stimolare l’economia.
Si tratta di un cattivo presagio per gli economisti, che ha deluso le loro aspettative. «Gli alti prezzi dell’energia, l’aumento dei tassi di interesse, la carenza di lavoratori qualificati insieme a un’economia globale lenta continuano a rallentare il settore», ha detto l’esperto di economia DIHK Jupp Zenzen ad Awp; aggiungendo: «Anche la seconda metà dell’anno rischia di essere difficile per l’industria e l’edilizia».
Clima tra i consumatori negativo
Non sono di conforto nemmeno i dati sul clima dei consumatori che rimane a un livello basso, secondo il barometro mensile dei consumi dell’Associazione tedesca del commercio al dettaglio (HDE).
Mentre, il sentiment economico nell’area dell’euro è migliorato inaspettatamente ad agosto, salito di 3,6 punti a -18,9 punti dopo diversi ribassi, come annunciato dall’istituto di analisi Sentix lunedì a Francoforte. Al confronto, l’indice per la Germania, invece, ha continuato a scendere.
Per il Fmi la Germania andrà in recessione
Anche il Fondo monetario internazionale (Fmi) vede la Germania in crisi. Prevede infatti che sarà l’unica tra gli oltre 20 Paesi e regioni esaminati in cui la produzione è destinata a diminuire entro la fine del 2023. In questo contesto si inseriscono dunque le quasi 50 misure di politiche fiscale proposte dal ministro delle finanze tedesco Christian Lindner (FDP), denominate "Growth Opportunities Act”.
Dall’altro lato, le associazioni imprenditoriali avvertono del rischio di una deindustrializzazione, poiché a fronte della situazione potrebbero spostare la loro produzione all’estero, anche a causa degli alti costi energetici.
Servono delle misure politiche
Le richieste di un pacchetto di misure per stimolare l’economia arrivano da più fronti. Tra gli altri, dal capo della CSU Markus Söder. «L’economia all’estero è in crescita e la Germania è sempre più indietro. Quindi i problemi sono fatti in casa», ha detto al giornale Bild am Sonntag. Insomma, è ora che il cancelliere Olaf Scholz (SPD) faccia della crisi economica una "massima priorità”.
Il presidente della CDU Friedrich Merz ha invitato a votare con l’Unione al Bundestag per una riduzione della tassa sull’elettricità e degli oneri di rete, scrive Awp.
Dal canto loro, il Partito dei Verdi, nelle parole del leader Ricarda Lang ha promesso i primi passi contro la recessione economica nel fine settimana. Investimenti in ferrovie, asili nido, digitalizzazione e incentivi per le aziende, sarebbero le proposte inserite nella sua agenda di investimenti.
Euro indebolito dai dati tedeschi
Nel frattempo l’euro si è indebolito dopo i dati deboli sulla produzione industriale tedesca. A mezzogiorno, la coppia EUR/USD passa di mano a a $1,0974 da $1,10 di inizio giornata.
Anche il franco svizzero perde qualche punto nei confronti del dollaro. Da quota CHF 0,8747, è passato a CHF 0,8770.
La EUR/CHF è quindi leggermente superiore a CHF 0,9623, da 0,9616 di questa mattina. In ogni caso, è escluso l’indebolimento del franco da parte della Bns, in quanto utile strumento per contrastare la morsa inflazionistica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter