La Fedpol ha ufficializzato il divieto di ingresso in Svizzera nei confronti dell’esponente legato a Cosa Nostra, nonché braccio operativo di Totò Riina.
Per le autorità della Svizzera, il pluriomicida italiano Giovanni Brusca non è tra le persone gradite.
La Fedpol - in una nota disposta martedì - ha ufficializzato il divieto di ingresso in Svizzera nei confronti dell’esponente legato al mondo della criminalità organizzata conosciuta come Cosa Nostra, nonché braccio operativo di Totò Riina.
Condanna scontata
Oggi 65enne, Brusca è ritenuto responsabile dell’omicidio del giudice italiano Giovanni Falcone, in quella che viene ricordata come la sanguinaria "strage di Capaci". Non solo: Brusca ha eseguito il sequestro e l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, oltre a molti altri omicidi (si calcolano oltre 150).
Arrestato il 20 maggio 1996, collaborò con la giustizia fornendo informazioni utili alla cattura di molti mafiosi e beneficiando così di rilevanti sconti di pena, evitando l’ergastolo.
Scontato il suo debito con la giustizia italiana, Giovanni Brusca è tornato in libertà. Utilizzando la legge federale sugli stranieri, la Fedpol svizzera ha preferito impedire l’accesso di Brusca sul suolo della Confederazione, ritenendolo una grave minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblici.
I compiti di Fedpol
La Fedpol ha come compito istituzionale quello di condurre indagini per conto del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) su casi riguardanti forme gravi di criminalità e fornisce prestazioni in materia di coordinamento.
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