L’aumento ha sorpreso gli economisti, che avevano previsto un aumento al 10,7%.
L’inflazione nel Regno Unito continua il suo rally anche a ottobre. Secondo il report mensile diffuso questa mattina dall’Office for National Statistics (Ons) i prezzi al consumo hanno sfondato la quota dell’11,1% su base annua, oltre le aspettative degli economisti che l’avevano prevista al 10,7% e a fronte del 10,1% precedente.
Su base mensile l’inflazione ha registrato un’impennata del 2% rispetto allo 0,5% riscontrato a settembre e superiore all’1,7% atteso. La forza dell’aumento dei prezzi ha lasciato sconcertati gli analisti.
Inflazione core
L’inflazione core, al netto delle componenti volatili come alimenti e carburanti, è in ampia risalita: a ottobre ha registrato un balzo in avanti del 6,5% come il mese precedente, a fronte dell’atteso incremento al 6,4%. Rispetto a settembre l’aumento si è attestato a +0,7% oltre le aspettative (+0,6) e superiore al mese precedente (+0,6%).
Per l’Ons, l’aumento dell’inflazione è ancora una volta da ricondurre all’incremento dei prezzi del gas e dell’elettricità. Oltre all’aumento del costo derrate alimentari.
Aumentano i prezzi alla produzione
Per quanto riguarda i prezzi alla produzione, stando ai dati diffusi dall’Ons, nel Regno Unito a ottobre c’è stato un aumento dello 0,3% rispetto a settembre, rispettando le aspettative e in linea con il mese precedente.
Confrontando con il 2021, è stata riscontrata un incremento del 14,8% contro il 16,3% di settembre (dato rivisto da +15,9%) e il 14,6% atteso dalla piazza finanziaria.
Privato di alimenti, bevande e tabacchi, l’indice core dei prezzi alla produzione è cresciuto dello 0,5% su base mensile, a fronte dello 0,8% a settembre, e del 13,3% su base annuale, contro il 14,4% dell’anno precedente.
BoE alzerà ancora i tassi
La Bank of England già da tempo ha dichiarato guerra all’inflazione. Le prospettive della prossima recessione non lascia dormire tranquilli, tanto è vero che l’ultima volta ha portato il tasso guida al 3%, il valore più alto dal 1989.
Reazione sui mercati
Sul fronte valutario la sterlina reagisce in maniera contrastata: dopo il picco raggiunto martedì, a seguito della pubblicazione sui dati del mercato del lavoro, questa mattina alle 8.45 veniva scambiata a $1,1896 dollari, per poi perdere qualche punto e attestarsi a $1,1865.
L’indice FTSE 100 per il momento non sembra risentire della situazione. Ha iniziato gli scambi in recupero e verso le 10 segna un rialzo dello 0,16% a 7,383.00 punti. Che la piazza finanziaria si sia abituata all’idea dell’ormai imminente recessione?
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