Le Aziende Industriali Lugano temono che, in caso di penuria generalizzata, venga bloccato l’afflusso di gas verso il Canton Ticino, come invece sottoscritto e garantito in un accordo recente.
Scritta così, sembra quasi una dichiarazione di guerra. Che oppone non la Russia all’Ucraina, o la Svizzera alla Russia, colpevole di tenere le redini della prossima, plausibile crisi energetica. A trovarsi su fronti opposti sono la Svizzera e l’Italia, chiamata in causa dall’Ail come possibile nemico. Un atteggiamento difensivo, senza alcuna concreta ragion d’essere al momento, ma che aspira ad anticipare un ennesimo, eventuale problema: secondo le Aziende Industriali Lugano, l’Italia potrebbe decidere di interrompere il transito del gas verso la Svizzera, che lì ha stoccato i quantitativi necessari a far fronte a un’emergenza.
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Un nuovo motivo di attrito si va dunque ad aggiungere a quelli storici, con l’aggravante di non avere altro fondamento, oggi, che la paura psicologica. Spiega infatti Ail che «per cercare di contrastare la situazione di potenziale grave penuria nella fornitura di gas naturale già nell’inverno 2022/2023, il 18 maggio 2022 il Consiglio federale ha emanato un’ordinanza, con la quale ha prescritto alle aziende regionali di approvvigionamento le misure cautelative da intraprendere. Le Ail Sa hanno nel frattempo ottemperato a tutti i loro obblighi, stoccando su territorio italiano il volume di gas richiestole».
L’accordo sui volumi supplementari
Il rapporto con l’Italia non si esaurisce però con una mera ospitalità: le Ail avrebbero infatti anche raggiunto un accordo per «la fornitura di volumi supplementari di gas non di provenienza russa, nel caso di limitazione o di interruzione dei flussi da questo Paese». E qui cominciano i guai: il timore è che l’Italia venga meno al patto, nel caso si trovi essa per prima a soffrire di penuria di gas. «La possibilità di usufruire effettivamente di questi volumi di gas è però dipendente dalla disponibilità dell’Italia di continuare a lasciarli transitare verso il nostro Paese anche nel caso di grave penuria su suolo italiano».
Appello alla politica per salvare il Ticino
Per tali motivi, nei giorni scorsi, le Ail avrebbero scritto al Consiglio Federale e informato sia il Consiglio di Stato del Cantone Ticino, sia la Deputazione Ticinese alle Camere federali, affinché "salvino" il Canton Ticino. Perché le difficoltà più grandi si concentrano proprio in questa zona, dove le dinamiche di approvvigionamento energetico sono diverse rispetto a quelle che vi sono nel resto della Svizzera. «La rete del gas ticinese è collegata ed esclusivamente alimentata dall’Italia e non è interconnessa a quella del resto del nostro Paese, che può invece godere di diversi punti di alimentazione con Francia, Germania e Austria».
Ail: «Sforzi importanti, da non vanificare»
Una rassicurazione ai clienti, prima di passare la palla alla politica: stiamo facendo tutto quanto in nostro potere per tutelarvi. Ma «la garanzia di potere continuare ad accedere alle reti di trasporto dei Paesi limitrofi è una premessa indispensabile per non vanificare gli importanti sforzi, anche di natura finanziaria, sin qui fatti dalle aziende regionali svizzere del gas».
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