La Svizzera si è impegnata nella lotta alla proliferazione delle armi nucleari.
Il presidente della Confederazione, Ignazio Cassis, ieri ha partecipato alla conferenza di New York sul Trattato di non proliferazione nucleare (Tpl).
Oggigiorno, sono 13 mila le armi nucleari presenti a livello mondiale e Cassis, partecipando al congresso, ha voluto sottolineare la necessità di sottoscrivere nuovi accordi e intese, invitando le potenze a importanti misure di disarmo.
Il discorso di Ignazio Cassis al Tpl
Ormai era tarda notte in Svizzera, quando il presidente della Confederazione ha esordito nel suo discorso rievocando gli scenari della guerra fredda. «Sessant’anni fa, durante la crisi dei missili di Cuba, il mondo guardò nell’abisso. Le inaccettabili minacce nucleari della Russia nell’aggressione militare all’Ucraina ci ricordano ancora una volta la spada di Damocle che pende sulle nostre teste».
Armi nucleari e conseguenze catastrofiche
Le armi nucleari non sono mai state più usate da 75 anni a questa parte, il loro uso provocherebbe un’escalation che porterebbe a conseguenze terribili per tutto il pianeta. «Sappiamo che qualsiasi uso di armi nucleari avrebbe conseguenze umanitarie catastrofiche. Questa conferenza dovrebbe rafforzare la norma contro l’uso delle armi nucleari», ha poi sottolineato.
La strategia per la politica estera 2020-2023 della Confederazione vuole mettere un freno definitivo alla diffusione massiccia delle armi nucleari; un punto centrale per il mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo, si legge nel comunicato diffuso dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Tre pilastri
Il trattato di non proliferazione, base per il disarmo nucleare del pianeta si fonda su tre pilastri: il divieto per le cinque potenze nucleari ufficiali (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia) di trasferire armi nucleari, e per gli altri Stati firmatari di sviluppare, produrre o procurarsi questo tipo di armi; lo smantellamento degli arsenali nucleari esistenti; e, infine, il diritto all’uso pacifico dell’energia nucleare per tutti gli Stati firmatari.
Serve un cambiamento «urgente e necessario», ha detto Cassis. «Ridurre il ruolo delle armi nucleari, ridurre la probabilità di un incidente nucleare o di un uso derivante da un malinteso. Alle parole devono corrispondere i fatti per evitare disastri umanitari e ambientali». Fa riferimento inoltre al documento di lavoro presentato insieme ai partner della Svizzera dell’iniziativa di Stoccolma sui rischi nucleari. Un pericolo che continuerà a sussistere «fino a quando l’ultima di queste armi non sarà smantellata».
Bombardamenti in Ucraina delle centrali atomiche
Ha poi fatto riferimento ai bombardamenti per mano delle forze armate russe in Ucraina su impianti nucleari civili. «Dobbiamo garantire che queste strutture siano sicure e protette in ogni circostanza, anche durante i conflitti armati. In caso contrario, le conseguenze umanitarie e ambientali sarebbero catastrofiche». E domanda: «È possibile puntare al disarmo nucleare senza gli Stati dotati di armi nucleari?».
Conclude poi il suo discorso focalizzandosi sul compito assunto soprattutto in questi ultimi mesi dalla Svizzera: «La promozione della pace e della sicurezza è una delle principali priorità della Svizzera. Siamo impegnati a facilitare il dialogo e a costruire ponti, anche in questa conferenza».
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