L’inflazione frena e il dollaro si indebolisce: euro e franco ai massimi da tre mesi

All’indomani della pubblicazione dei dati sull’inflazione negli Usa, venerdì il dollaro Usa si sta indebolendo nei confronti delle principali monete mondiali.
L’euro estende intanto i suoi guadagni rispetto a giovedì, arrivando a toccare a metà giornata $ 1,0293, valore massimo degli ultimi tre mesi.
Anche il franco svizzero si sta significativamente apprezzando nei confronti del biglietto verde passando da CHF 0,9683 di questa mattina a CHF 0,9575. Era da metà settembre che il dollaro Usa non scendeva al di sotto della soglia di CHF 0,96. Per quanto riguarda la coppia EUR/CHF, dopo un picco registrato giovedì nel primo pomeriggio con l’euro che raggiungeva quota CHF 0,9880, oggi viene scambiata a poco al di sopra della soglia CHF 0,98, per l’esattezza a 0,979 verso le 15 del pomeriggio.

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Indice dollaro in calo

L’indice del dollaro, che misura il biglietto verde con un paniere di valute estere, questo pomeriggio è in calo dell’1,20% a 106,800. In discesa continua dopo il crollo registrato ieri quando alle 14.45 è precipitato 110,602 punti a 108,910. Valori che non si vedevano dalla metà di agosto.

Giù l’inflazione, il dollaro si deprezza

La spinta delle altre valute è iniziata giovedì pomeriggio, a seguito dell’annuncio sul miglioramento dell’inflazione negli Usa, scesa ben oltre alle aspettative al 7,7%. Ora l’attenzione è volta alla Federal Reserve che dovrebbe calmierare la sua lotta contro l’inflazione elevata. Per la prossima riunione sui tassi di interesse prevista per il 13 e 14 dicembre, molti analisti si aspettano un aumento meno marcato rispetto all’ultima volta.

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Dollaro sotto pressione

Alla luce di questo andamento, il dollaro risulta essere sotto pressione non solo con l’euro ma anche nei confronti delle altre valute, in questo ultimo giorno della settimana. Nei confronti dello yen giapponese, notevolmente deprezzato negli ultimi mesi, il biglietto verde è sceso per la prima volta in due mesi, segnando una perdita superiore all’1% a 139,42 yen. La Banca centrale del Giappone, negli scorsi mesi , aveva deciso di mantenere una politica monetaria accomodante. Un onere importante lasciato in capo allo yen che nei mesi scorsi era sceso al livello più basso dal 1990 rispetto al dollaro.