Durante la pandemia, le restrizioni imposte alla vita quotidiana e all’economia hanno avuto un forte impatto sui bilanci delle famiglie svizzere. Alla luce di questa situazione, l’Ufficio federale di statistica ha usato tutte le fonti di dati disponibili per poter stimare al meglio gli effetti del virus in particolare sul consumo, ma anche sul budget delle economie domestiche in generale. Gli esempi presi in considerazione sono state le spese per il cinema e la ristorazione.
L’Ufficio federale di statistica (UST) ha reso pubbliche le analisi sui bilanci delle economie domestiche, e di come queste siano state impattate dalla pandemia. L’indagine sul budget delle economie domestiche (IBED) fa parte delle ricerche sperimentali dell’UST, e risulta un efficace metodo di misurazione degli effetti a breve e a lungo termine che la pandemia COVID-19 ha avuto sui consumi delle famiglie svizzere in determinati settori.
L’obiettivo dello studio
È la prima volta che uno studio di questo tipo è stato svolto su base trimestrale. La scelta è stata fatta per cominciare ad analizzare dati di questo genere con maggiore frequenza, e quindi con maggiore rilevanza e precisione.
Trattandosi di una stima del bilancio di tutte le famiglie in Svizzera basate su un campione relativamente piccolo (900 famiglie per trimestre), occorre prestare particolare attenzione all’incertezza associata a queste stime. Sulla pagina web dell’UST relativa allo studio in questione, sono consultabili gli intervalli di confidenza insieme ai risultati, proprio per far fronte all’insicurezza dei dati raccolti. Per queste ragioni l’analisi è stata collocata dall’UST nella sezione “statistiche sperimentali”.
Le spese famigliari per il cinema
La spesa per la frequentazione degli istituti culturali ha subito un impatto drastico, soprattutto a causa della loro chiusura forzata per lunghi periodi. In altri settori, le chiusure e i divieti non hanno avuto un effetto diretto sui consumi, ma sono stati comunque colpiti indirettamente, come ad esempio la spesa per il carburante.
Se si prendono in considerazione le spese per il cinema, la pandemia non solo ha influito fortemente sulla riduzione della clientela e delle spese, ma ha totalmente rivoluzionato i normali trend di consumo. Nelle stime degli anni precedenti alla pandemia, le spese per il cinema erano decisamente maggiori nei primi e nei quarti trimestri di ogni anno, essendo quelli relativi al periodo invernale. Con l’avvento della pandemia la situazione è stata capovolta: basti pensare che i mesi invernali sono stati tipicamente quelli più colpiti dalle restrizioni. Il risultato evidenzia che i due trimestri peggiori degli ultimi due anni sono stati il secondo del 2020 e il primo del 2021, quelli più colpiti dalle chiusure, mentre il migliore risulta essere il secondo del 2022, nel quale probabilmente le persone sono tornate nelle sale cinematografiche anche in un periodo nel quale tendenzialmente il cinema non registra grandi entrate.
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L’andamento del settore della ristorazione
Un discorso simile si può fare vedendo i risultati delle spese per pasti nei ristoranti, caffè e bar. Anche in questo caso la pandemia e le relative restrizioni hanno gravato molto sulle spese familiari per questo settore. Diversamente dal cinema però, le abitudini di consumo in questo caso non sono state rivoluzionate, ma soltanto fortemente diminuite. Nel trimestre appena precedente all’arrivo della pandemia, un periodo invernale nel quale le spese per il settore sono tra le più basse dell’anno, ogni economia domestica spendeva in media tra i 110 e i 150 franchi al mese, mentre nel periodo appena successivo all’avvento del virus le spese sono scese tra i 58 e gli 80 franchi.
Anche per questo settore, il periodo di maggior crisi è stato il primo trimestre 2021, mentre il trimestre appena concluso, il secondo del 2022, risulta essere il lasso di tempo caratterizzato dalla maggior ripresa, così come per il cinema.
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