Con un aumento dello 0,1% da giugno a luglio, l’inflazione nel nostro Paese si è temporaneamente arrestata. Lo dimostra l’indice dei prezzi al consumo forniti da Comparis.
Corre l’inflazione. Lo conferma l’indice dei prezzi al consumo forniti da Comparis, elaborato in collaborazione con il Centro di ricerca economica (KOF) del Politecnico di Zurigo, misura l’inflazione così come viene percepita dai consumatori. Viene preso in considerazione solo l’andamento dei prezzi dei beni di consumo quotidiano. Il tasso d’inflazione è quindi calcolato senza i fattori che smorzano l’inflazione, come gli affitti o i beni durevoli.
Secondo l’indice dei prezzi al consumo Comparis, i beni di uso quotidiano in Svizzera sono aumentati del 5,4% da giugno a luglio 2022. Questo dato è superiore all’Indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC), che mostra un aumento più basso del 3,4%.
Inflazione sotto osservazione
I prezzi sono rimasti stabili dal giugno 2022, con un aumento dello 0,1% (IPC: +0%). Da maggio a giugno di quest’anno, l’aumento era stato invece dell’1,4%. Pertanto, l’inflazione in Svizzera rimane bassa rispetto ai dati provenienti dell’eurozona.
«Il franco forte, l’aumento dei tassi d’interesse di riferimento e i fattori stagionali, come ad esempio la svendita, hanno stabilizzato i prezzi al consumo in luglio»: queste sono le ragioni dell’attuale pausa dell’inflazione, secondo Michael Kuhn, esperto Comparis in finanze.
I settori più colpiti del mese
Tuttavia, non tutti i prezzi hanno smesso di crescere in quest’ultimo mese. Nel settore paralberghiero si sono registrati gli incrementi maggiori, ovvero del 17,6% (11,2% nel mese precedente). Questi includono gli appartamenti per le vacanze, alloggi collettivi e campeggi. «L’aumento dei costi nel settore paralberghiero è dovuto principalmente a motivi stagionali: a causa dell’elevata domanda legata alle vacanze scolastiche, i prezzi hanno subito un’impennata», afferma Kuhn.
Al secondo posto si collocano i prezzi degli altri servizi di trasporto individuale, con un aumento dell’8,7% (11,9% nel mese precedente). Al terzo posto troviamo sorprendentemente l’acqua minerale naturale con un aumento del 5,3% (-3,5% nel mese precedente). «Sono aumentati i costi del PET, della produzione e del trasporto – e di conseguenza anche i prezzi per i consumatori», afferma Kuhn.
Altri prodotti che hanno subito un aumento consistente sono stati il vino spumante (+2,7%), energia per il riscaldamento (+2,2%), e il carburante (+7,3%).
L’inflazione per fasce di popolazione
L’anno scorso, il segmento che più ha risentito del rincaro dei prezzi è stato quello delle coppie senza figli. Le coppie sotto i 65 anni senza figli, note come DINK (Double Income Without Kids), sono la categoria per la quale l’inflazione si è fatta sentire di più negli ultimi 12 mesi. Il tasso di inflazione attuale è di 108,02 punti, con un aumento del 6% rispetto al 2021 (+6,3% lo scorso mese).
Le persone che vivono da sole e hanno più di 65 anni sono quelle invece che sentono meno l’aumento dei costi della vita quotidiana. Con un indice di 105,69 punti, l’inflazione percepita dagli appartenenti a questa categoria negli ultimi 12 mesi è aumentata del 4,5% (rispetto al 4,6% del mese precedente).
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La Svizzera italiana la più colpita
Un confronto regione per regione mostra che la Svizzera italiana è la più colpita dall’inflazione. Il Ticino non solo ha il livello di indice più alto (108,1 punti, rispetto ai 107,1 della Svizzera tedesca e ai 107,3 della Svizzera francese) e risente quindi maggiormente dell’impatto dell’inflazione a livello nazionale, ma è anche la regione con il più alto aumento dei prezzi dei beni di uso quotidiano tra luglio 2021 e luglio 2022, che ha raggiunto il +6,1%. Questo dato è significativamente superiore sia a quello della Svizzera francese (+5,7%) sia a quello della Svizzera tedesca (+5,3%).
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